Con un grande capolavoro tattico il Bari vince col Frosinone

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Accade, talvolta, che certe commedie, soprattutto quelle di Plauto, inducono lo spettatore ad un’analisi elaborata volta all’ermeneutica della stessa. Ebbene, Stefano Colantuono, che non sarà Plauto ma che assomiglia sempre più ad un regista, oggi ha, di fatto, vinto la gara capendo bene i tempi e leggendo molto bene la gara. E già, perché assistere a certe partite dove, ad un tratto, ci si trova di fronte ad un piccolo capolavoro tattico, non capita spesso nel calcio, né, tanto meno, nelle commedie teatrali.

Una vittoria, dunque, figlia del suo regista Imperatore, Stefano Colantuono, che, insieme a i ventiduemila spettatori (non è record), ha emesso i primi vagiti di uno sprint intrapreso dalla squadra barese e che sicuramente la porterà lontano, dove, però, non si sa.

Del resto lo avevamo anche scritto e detto che questo Bari diventa super soprattutto davanti alle defezioni che, questa volta, hanno reso problematiche le scelte dell’allenatore.

Bari senza cinque della rosa, tra titolari e riserve, ha iniziato la gara con un inedito ed inevitabile 3-4-3 con Suagher, Capradossi e Tonucci trio Lescano difensivo, Daprleà esterno di sinistra e Furlan esterno di destra (oggi gran partita di sacrificio la sua), Fedele e Basha direttori d’orchestra a centrocampo e Brienza, Floro Flores e Galano in avanti a dar fastidio, a cui Marino ha risposto con un 3-5-2 con quei motorini di centrocampo Soddimo e Maiello, oggi davvero super, e quei due attaccanti Dionisi e Ciofani, oggi non particolarmente ispirati grazie anche ad una difesa barese in gran spolvero ma che, concettualmente, fan sempre paura a tutte le avversarie.

Il primo tempo è scorso via in modo equilibrato con i ciociari bravi nella organizzazione di gioco, una organizzazione sofferta più volte dagli undici baresi tanto che la prima volta in cui sono entrati in area gialloblu è stato al 26′ con un cross di Daprelà verso nessuno parato facilmente da Bardi a cui è seguito un rigore sospetto non concesso da Lapenna su una presunta spinta di un giocatore frusinate su Furlan.

Dopo di che, al cospetto di una squadra molto fisica quella è stata il Frosinone sofferta molto dal Bari, e con Suagher che ha alzato bandiera bianca per un problema al ginocchio, al 43′ è stato il Bari ad andare vicino al vantaggio con Floro Flores su cross di Brienza, cross raccolto dall’attraccante napoletano ma finito su Bardi che ha deviato in corner.

Il Bari è apparso molto contratto e forse fin troppo rispettoso della squadra di Marino quasi fosse in soggezione verso di essa dando l’impressione di aver bisogno di scuotersi, cosa che ha fatto, appunto, negli ultimi sette minuti di gara dimostrando che, volendo, si poteva pure vincere questa gara. E così è stato.

Nel secondo tempo, al 2′, una ghiotta occasione da gol per il Frosinone con Sammarco che, su cross di Dionisi, ha tirato al volo ma Micai era lì sulla traiettoria e ha sventato in angolo il pericolo.

E quando la commedia stava per prendere una brutta piega, ecco il cammeo che non ci si aspetta: cross di Daprelà per la testa di Furlan lasciato colpevolmente libero dalla difesa ciociara, che ha schiacciato in rete il pallone. Gol, 1-0 per il Bari e gara improvvisamente cambiata nel ritmo.

Al che il suo regista, l’Imperatore Colantuono, ha capito che era ora di cominciare a pensare a difendere il risultato in quanto consapevole della reazione frusinate, e così ha fatto uscire Galano, una punta, per Macek (recuperato in extremis in mattinata) e Furlan per Romizi, già ammonito mentre era seduto in panchina, irrobustendo la diga di centrocampo, sostituzioni, queste, che insieme a quella di Suagher per Moras, han provveduto al piccolo capolavoro tattico difendendo alla grande il risultato, anzi, andando persino vicino al raddoppio in un paio di occasioni, una con Brienza con un tiro da lontano parato in corner da Bardi, e l’altra con Fedele con un tiro di poco alto sulla traversa, lasciando comunque il pallino del gioco al Frosinone che, però, ha sbattuto contro il muro barese eretto dal suo regista Colantuono. Ed è stato proprio in questo lasso di tempo che si è visto un Bari gladiatore, un lottatore antico di greco-romana, come mai si è intravisto sinora.

E’ una vittoria importante, questa, un segnale che il Bari sta dando al torneo col quale vuol gridare a tutti che, nonostante gli infortuni ed eventuali defezioni, i conti occorrerà farli anche con la squadra biancorossa anche perché mai come oggi si è vista una squadra “gruppo” volta al sacrificio totale pur osando qua e là.

Per il Frosinone, invece, intanto c’è la conferma che si tratta di una signora squadra che, con ogni probabilità, andrà sicuramente in A, e poi, così come è accaduto al Bari a Chiavari, anche ai ciociari, verosimilmente, questa sconfitta non potrà che essere terapeutica. A volte qualche ceffone – metaforico, si intende – non può che far bene: aiuta a tornare umili e coi piedi per terra e aiuta anche all’autostima. Ed il Bari ne è una prova.

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