Giudici di pace confermano sciopero di un mese: calpestati i diritti dei cittadini

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La riforma della magistratura onoraria del Ministro Orlando: sciopero!

ROMA – La riforma della magistratura onoraria del Ministro Orlando: nei prossimi anni sarà caos in tutti gli uffici giudiziari.

Calpestati i diritti dei cittadini.

E’ confermato lo sciopero di un mese dei giudici di pace, a partire dal 15 maggio, contro la riforma Orlando attualmente all’esame del CSM e delle Commissioni parlamentari.

Un provvedimento abnorme che viola apertamente la delega conferita al Governo con la Legge 57/2016, già di per sé punitiva.

In spregio della Costituzione sono state cancellate tutte le garanzie di indipendenza e terzietà dei giudici di pace e dei magistrati onorari, privati di ogni tutela ordinamentale e dequalificati al rango di meri passacarte dei magistrati di carriera.

Non sono solo in gioco i diritti inviolabili di 5.000 magistrati e delle loro famiglie ma la stessa efficienza del sistema giudiziario. Con una riforma che assegna ai giudici di pace ed ai pubblici ministero onorari l’80% del contenzioso civile e penale di primo grado, costringendoli a svolgere contemporaneamente altre attività lavorative per sopravvivere, che tipo di risposta, in termini di qualità della giurisdizione e di ragionevole durata dei processi, potranno mai offrire nel futuro gli uffici giudiziari?

Non solo non potrà più essere assicurata l’indipendenza del magistrato, retribuito con compensi irrisori, ma i tempi della Giustizia si dilateranno in maniera esponenziale.

Per effetto della deplorevole riforma del Ministro Orlando i cittadini dovranno attendere 10-15 anni per avere Giustizia, o quel barlume che ne rimarrà, i risarcimenti per l’irragionevole durata dei processi decuplicheranno e la crescita economica del Paese, già frenata dalle inefficienze dei Tribunali, subirà un drastico tracollo a causa della perdita totale di fiducia nel sistema giudiziario

I giudici di pace preannunciano imminenti ed ancor più clamorose forme di protesta, a partire dalla autosospensione dal servizio a tempo indeterminato.

Maria Flora Di Giovanni

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