“Ogni somiglianza con avvenimenti reali, e con persone vive o morte, non è affatto casuale. È voluta”. Questi sono i titoli di testa di questo importante film di impegno civile sulla morte di Gregorios Lambrakis e la conseguente nascita del regime dei colonnelli in Grecia. Lambrakis, infatti, era un medico e docente in medicina all’Università di Atene, deputato di sinistra al parlamento e fu investito da un automezzo nel 1963.
La lettera “Z” che veniva scritta sui muri in quel periodo, è l’iniziale del verbo in greco antico di “è vivo”, siamo in Grecia e sta per cominciare la dittatura militare e anticomunista dei cosiddetti colonnelli che si protrarrà fino al 1974. Saliti al potere con un colpo di Stato guidato dai colonnelli Georgios Papadopoulos, Nikolaos Makarezos e Ioannis Ladas.
Il film è tratto da un romanzo reportage di Vassili Vassilikos, ottenne il premio Oscar come miglior film straniero nel 1970 e il premio della critica al festival di Cannes oltre che la palma d’oro per la migliore interpretazione di Jean-Louis Trintignant.
Diretto dal regista greco naturalizzato francese Konstatinos Costa-Gavras che dai suoi esordi più che altro di genere thriller-giallo diventerà uno dei più importanti autori di cinema politico:“L’Amerikano”(1973), “L’affare della Sezione Speciale”(1975), “Missing-Scomparso” (1982),“Music Box-Prova d’accusa”(1989) e “Amen” del 2002.
L’impianto dell’opera non è spettacolare ne elegante perché il fine del film non è propriamente questo ma raccontare senza fronzoli la verità. Infatti, il ritmo inizia a salire a partire dall’inchiesta condotta dal giovane giudice istruttore e di conseguenze cresce anche la tensione morale.
Lo stile è ovviamente realista ma compaiono dei momenti espressionisti soprattutto quando i protagonisti sono i militari e i colonnelli ricoperti e agghindati con le loro medaglie sul petto.
Fa un certo effetto, nei titoli di coda del film, il dettaglio della lista delle proibizioni stilata dai militari golpisti.
È triste morire senza aver visto “Z-L’orgia del potere”!
Lino Aulenti