Siria: secondo attacco aereo Usa

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Bombardati i paramilitari iracheni che combattono l’Isis (con l’aiuto usa…)

(di Giampiero Venturi)

Il clamore suscitato ieri dal bombardamento del convoglio siriano vicino ad Al Tanf sul confine siro-iracheno ha offuscato la notizia di un altro raid aereo compiuto da aerei americani della Coalizione anti ISIS.

Secondo quanto riporta la tv satellitare irachena Afaq, caccia USA avrebbero colpito ripetutamente una colonna di miliziani sciiti iracheni all’altezza di Abu Kamal, sul fiume Eufrate a ridosso del confine tra Siria e Iraq (200 km a est di Al Tanf).

I miliziani appartenevano alla KSS (Katai’b Sayed Al Shuada, KSS), Brigata dei Martiri nata nel 2013 e parte delle Unità di Mobilitazione Popolare (Hashd Al-Sha’abi), potente milizia sciita irachena protagonista nella lotta contro l’ISIS nell’Iraq del nord.

Secondo l’International Institute for Counter-Terrorism il gruppo paramilitare avrebbe una forza compresa tra i 500 e 1000 uomini addestrati ed equipaggiati dalle forze Quds iraniane.

La guerra siriana, nella tragedia, finisce alle volte per diventare grottesca. Il dato curioso è che le milizie sciite impegnate in queste ore nella battaglia a Sinjar in Iraq (ovest di Mosul) fanno parte della grande armata a guida USA che intende debellare lo Stato Islamico. In sostanza i caccia americani avrebbero bombardato in Siria una milizia che in Iraq gli è alleata. Il motto di Inherent Resolve “One mission, many nations” a questo punto strappa un sorriso.

L’attacco che avrebbe causato una vittima, otto feriti e ingenti danni materiali, è avvenuto a 120 km a sud di Deir Ezzor dando conferma di quanto sostiene Difesa Online da alcune settimane:

– il fronte sud della Siria sta diventando lo scacchiere decisivo per le sorti politiche del Paese;

– gli Stati Uniti sono ormai coinvolti direttamente nella guerra e la loro attività militare cresce di giorno in giorno.

Sul quadrante di Deir Ezzor e lungo tutto il corso dell’Eufrate fino all’Iraq, si attendono novità importanti nei prossimi giorni. Abu Kamal è ancora sotto controllo dello Stato Islamico, ma il raggio d’azione delle milizie sciite si allarga, fino a cozzare apertamente con gli interessi della Coalizione in Siria.

Ricordiamo che l’Iraq è l’unico Paese arabo a maggioranza sciita. Dopo la caduta del sunnita Saddam Hussein nel 2003, il peso politico e militare degli sciiti è cresciuto esponenzialmente, fino a dimostrarsi un boomerang per gli Stati Uniti che lo avevano alimentato. Gli alleati principali degli sciiti iracheni sono il governo alawita di Assad, hezbollah e ovviamente il grande fratello Iran. Nonostante la guerra allo Stato Islamico (sunnita) sia impossibile senza l’aiuto dei miliziani sciiti (circa 100.000 uomini armati in Iraq), i primi ad esserne preoccupati sono i due principali alleati USA nella regione: Israele e Arabia Saudita.

(foto: US DoDInherent Resolve)

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