Nota dell’Associazione La Speranza Crispiano

Attualità & Cronaca

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CRISPIANO – C’è da sperare che intervenga veramente il Prefetto per ottenere quanto previsto dalla legge per i diversamente abili, anche se le amministrazioni hanno l’obbligo di attuare le norme per le  categorie disagiate, senza particolari sollecitazioni.

Ci saranno dei motivi osativi, ma non si comprende perché l’Amministrazione Comunale di Crispiano non debba comunicare all’Associazione La Speranza, che ha sede a San Simone, le ragioni per le quali dal gennaio 2015, non si provvede all’attuazione della legge.

Ci sarebbe anche da considerare l’importanza della richiesta e la sensibilità che la pubblica amministrazione dovrebbe avere nei confronti dei cittadini, a maggior ragione quando chiedono un’applicazione di legge in favore di tutti i disagiati.

Il presidente dell’Associazione, Francesco Ippolito, nella sua nota inviata al Prefetto e per conoscenza al sindaco Ippolito, lamenta il perdurare di un mancato riscontro e scrive: “ad oggi dobbiamo registrare l’assoluta inerzia del comune di Crispiano in questa materia, che resta inadempiente nell’attuazione di una norma dello Stato, a dispetto delle ripetute promesse elargite dai rappresentanti delle istituzioni locali nei vari incontri con scrivente Associazione. Si evidenzia che la Giunta Comunale con deliberazione n. 44 del 23 marzo 2017 ad oggetto «art. 208 del Codice della Strada come modificato dalla Legge 120 del 29/7/2010. Destinazione dei proventi rivenienti dalle sanzioni amministrative al Codice della Strada».”

Il Presidente Ippolito conclude chiedendo: “all’Ufficio Territoriale del Governo,  di esercitare ogni opportuno intervento nei confronti del Comune di Crispiano,  allo scopo di sollecitare l’attuazione della richiamata normativa statale, il cui  termine è ampiamente scaduto, anche in considerazione del fatto che le risorse economiche sono state già destinate con la Delibera prima indicata. In caso di persistente inadempimento, l’Associazione riserva ogni ulteriore azione, anche di natura giudiziaria”.

Michele Annese

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