Scritte e oltraggi sul murale di Mario Tapia al Parco Serenella di San Giuliano

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SAN GIULIANO MILANESE – Ora l’Associazione Culturale Orizzonte chiede l’adozione per il restauro

‘E pensare che Mario Tapia è stato un grande artista sangiulianese… Vedere come è ridotto il suo murale realizzato a spese pubbliche nel Parco Serenella di San Giuliano più di 10 anni fa ti piange il cuore…’ Così esordisce Paolo Rausa, il presidente dell’Associazione Culturale Orizzonte che, di fronte al disimpegno dell’Amministrazione Comunale, ha chiesto di adottarlo per poi procedere al suo restauro con un progetto di finanziamento dal basso, il crowdfunding. ‘Le intemperie del tempo e mani vandale lo hanno seriamente compromesso!’ – continua Rausa. Un’azione per il suo recupero era arrivata a buon punto con la precedente amministrazione Lorenzano.

Poi sono intervenute le elezioni che hanno ribaltato la maggioranza. Un programma che avrebbe fatto seguito all’altra operazione di restauro del murale di via Matteotti dipinto dalla Brigada Pablo Neruda, giovani artisti fuggiaschi dal Cile dopo il colpo di Stato che aveva rovesciato il governo di Unità Popolare di Allende ad opera del generale Pinochet. Mario Tapia Radic era giunto in Italia nel settembre del 1970 dal sud del Cile, da Valdivia, dove era nato il 3 luglio 1939. La Fortuna lo aveva spinto ad emigrare prima del golpe cileno a San Giuliano  Milanese, divenuta la sua seconda patria, dove è vissuto fino alla morte, il 19 novembre del 2010. Mario Tapia si era inserito nel tessuto sociale del sud milanese senza problemi.

Aveva aperto un laboratorio artistico e una scuola, riprendendo l’attività di ceramista e di docente che aveva lasciato in Cile. Figlio di artisti e circondato da artisti in famiglia, fu l’incontro con Pablo Neruda a segnare la svolta nella visione di un’arte non solo bella dal punto di vita estetico ma intesa come travaglio di un popolo, interiore, che nell’immagine rappresentata trova la pace, una condizione universale che sale dalla natura variopinta e incombente e attanaglia tutti nell’abbraccio e nella potenza. La luce dell’arte rischiara il destino umano, di popoli che vivono nel mondo estremo a latitudini ghiacciate o desertiche. L’Associazione si è resa disponibile a recuperare il murale e ha chiesto al Comune il patrocinio e la collaborazione nella realizzazione del progetto che prevede il  recupero del murale, un convegno di studi sul significato della sua arte ed eventualmente una retrospettiva delle sue opere.

 

Paolo Salentino

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