Bari, tra progetti e calcio mercato

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E’ appena iniziato quello che, a tutti gli effetti, potrebbe essere il nuovo tormentone di questo inizio rovente d’estate, vale a dire la proposta Stadio-Comune combinata dal FC Bari 1908 che, dietro l’affidamento per 99 anni, rilancerebbe, di fatto, lo stadio San Nicola e tutto l’indotto che ne potrebbe venir fuori.

Succede, dunque, che il Dottor Giancaspro, Amministratore-Presidente della FC Bari 1908 in sella alla società barese dopo i noti eventi dello scorso anno, presenta un progetto da 150 milioni di Euro al Comune di Bari, proprietario dell’impianto, un progetto in grande stile volto alla ristrutturazione dello stesso impianto, alla costruzione di vero un centro sportivo, di un museo, di esercizi commerciali, di hotel, di cinema e con la riqualificazione dell’area intera, ex terra di nessuno, oggi terra di pericolose e strambe tendenze sessuali, con tanti partner, lì, pronti a dare il proprio contributo per dare (finalmente, aggiungiamo) uno slancio al derelitto Stadio San Nicola, sempre più simile ad una centrale nucleare abbandonata al suo destino, con ferri che dondolano come nelle fabbriche dismesse di Twin Peaks e che producono suoni sinistri che squarciano il silenzio della landa bitrittese tutta terra, vento e ulivi, con pezzi di cemento mancanti qua e là con tanto di ferri in vista, tetti volati via come piume, con una tribuna stampa traballante e zozza come nessuna al mondo, ormai, prossima alla scopertura totale (si attende, infatti, una nuova, prossima, raffica di tramontana che farà volare l’ultimo teflon sopra le teste dei giornalisti), tribuna stampa che si regge per lo più grazie all’opera divina e alla virtù dello spirito santo, e ci fermiamo qui perché l’elenco delle “brutture” sarebbe troppo lungo.

Naturalmente la partita è appena iniziata e, sicuramente, ne vedremo delle belle fino al 30 giugno, data entro cui il Comune, nella persona del suo Sindaco Antonio De Caro a cui sembra piacere la proposta, dovrà dare una risposta definitiva.

Va altresì detto che lo stesso Presidente, Cosmo Giancaspro, concomitante il progetto Stadio, ha provveduto ad inviare diverse lettere a molti suoi dipendenti dove, papale papale, si intima loro di mettersi in ferie per il periodo primo giugno-trentuno luglio, vale a dire un periodo “morto” calcisticamente parlando, e la notizia ha suscitato non poche reazioni tra i tifosi che, attraverso i social, si domandando come si può proporre un progetto mastodontico di 150 milioni se si risparmia sulle ferie dei dipendenti.

Sta di fatto che al suo insediamento, il Presidente, annunciò un piano industriale variabile tra i 70 e i cento milioni di Euro varando una ricapitalizzazione volta a coprire i debiti nel frattempo accumulatisi, ma nello stesso tempo, Giancaspro, ha cominciato un “repulisti” in seno alla società mandando via, praticamente, alcune figure societarie come Alberto Marangon, e facendo fuori molti fornitori come De Grecis, la Balkan Express, tutti fornitori con cui, secondo La Repubblica, sussisterebbero dei contenziosi, senza dimenticare il caso del custode dello Stadio al quale fu presentata una richiesta di sfratto.

Situazione squadra: nulla è ancora stato deciso per ciò che concerne l’allenatore che guiderà il prossimo anno la squadra; Bucchi sembrerebbe il favorito grazie al disimpegno del suo Perugia nei playoff, disimpegno che rende libero sin d’ora l’allenatore. L’impressione è quella che le attenzioni si sposteranno tutte su di lui tralasciando gli altri nomi. L’unica, seria, alternativa potrebbe venire da Moreno Longo il quale, tra la proposta di proseguire un programma a Vercelli ed un’altra col Bari, fatte salve chiamate dalle serene della A, sicuramente non ci penserebbe due volte a scegliere Bari.

Ovviamente, mancando l’allenatore, non si può parlare affatto della campagna acquisti-cessioni che inizierà con l’arruolamento dell’allenatore. Occorre fare in fretta, però, perché mai come quest’anno bisogna trovarsi tutti, o quasi, pronti ai nastri di partenza verso il ritiro di Bedollo del 13 luglio. Si potranno tollerare quei due-tre giocatori mancanti che arriverebbero, come sempre, a fine mercato, ma il resto deve partire già bello e pronto per il ritiro evitando, possibilmente, giocatori in prova, giocatori Primavera reclutati per far numero (sarebbero ben accetti, invece, quelli per i quali potrebbero aprirsi le porte della prima squadra, come Turi e qualche altro giovane interessante), et similia giusto per fare quorum. Occorrono venticinque-ventisette giocatori per lo più pronti, non arrugginiti ma, soprattutto, sani e pieni di motivazioni. Altrimenti si cadrebbe dalla padella nella brace. Sogliano, che di mercato se ne intende, sicuramente quest’anno farà meglio.

Nel frattempo, dopo aver letto la lettera dedicata a suo figlio Alessandro venuto a mancare tre anni fa, noi inguaribili romantici di un calcio più terreno e poco sbarazzino, ci crogioliamo nell’umanità di Davide Nicola, autore di un miracolo dalle parti di Pitagora ma anche validissimo tecnico, umanità che se solo prevalesse sulle fredde indifferenze e brutture di questo calcio sporco e malato di protagonismo, probabilmente tutto il mondo del pallone ne gioverebbe. Ne gioveremmo sicuramente noi attori malinconici, come tanti Buster Keaton, di questo calcio ancora tout-court profondamente malato di egoismi, personalismi, chiacchiericcio da barbiere e di cicaleggio da talk show di vari personaggi, sfigati, in eterna ricerca di riflettori che possa regalare loro un momento di celebrità.

A noi, come sempre, piace assistere allo spettacolo seduti dalla parte del torto brechtiano in quanto tutti gli altri posti, al nostro arrivo, son risultati occupati. E da lì, come ogni anno, faremo le nostre cronache ed esprimeremo le nostre considerazioni a partire dal ritiro di Bedollo. Volete mettere, davvero, l’osservare venti-trenta giocatori che corrono e rincorrono la vita dietro un pallone stando seduti dalla parte del torto, rispetto all’osservare la stessa scena stando seduti dalla parte della ragione? Avremmo cambiato mestiere. Quello – il posto in prima fila o, meglio, quello della ragione – lo lasciamo agli altri.

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