Dov’è Igor? E chi lo sa”, dopo 2 mesi è ancora incubo

Attualità & Cronaca

Di

di Federica Mochi

Quasi sessanta giorni di caccia e ancora nessun riscontro. Eppure gli inquirenti sono convinti che Norbert Feher alias ‘Igor il russo‘ si trovi ancora lì, tra paludi e casolari abbandonati. Forse in un rifugio di fortuna nelle campagne tra il Bolognese e il Ferrarese, dalle quali il sospettato numero uno per il delitto di Budrio e per l’omicidio della guardia ecologica volontaria Valerio Verri a Portomaggiore, non si sarebbe mai allontanato. Ormai sono passati più di 60 giorni da quel 1 aprile, quando il killer fece irruzione nel bar di Davide Fabbri, assassinandolo ferocemente. E da allora non c’è tregua per le forze dell’ordine, agenti speciali, cecchini e carabinieri, che tra nuove piste e segnalazioni continuano a ritmo serrato le ricerche.

Oltre mille uomini presidiano la cosiddetta ‘zona rossa’, quel fazzoletto di terra compreso tra Molinella, Argenta, Budrio e Portomaggiore, dove si sospetta possa aver trovato rifugio il latitante. A due mesi dalla fuga, però, si fanno sempre più insistenti le ipotesi che l’ex militare dalle mille identità sia ormai riuscito nella mirabolante impresa di darsi alla fuga. Secondo alcuni il killer sarebbe ormai lontano dall’Italia. Altri sostengono invece che ‘Igor l’imprendibile’ non sia mai andato via, e che continui a nascondersi sotto gli occhi degli inquirenti.

Una tesi abbracciata anche dagli abitanti della zona, secondo i quali il 41enne potrebbe essere aiutato da uno o più complici che gli forniscono copertura. “Dov’è Igor? E chi lo sa, nessuno ha idea di dove sia – racconta all’AdnKronos un commerciante di Molinella – il territorio continua ad essere presidiato dalle forze dell’ordine anche se adesso dicono che gli inquirenti si siano spostati nel reggiano. Non è come due mesi fa, quando venivano qua in mille. Noi però non abbiamo paura”.

Qualche giorno fa i vertici dei carabinieri di Bologna e Ferrara hanno incontrato i cittadini dei territori della ‘zona rossa’ in cui si snoda la caccia a Igor Vaclavic, snocciolando qualche consiglio utile su come affrontare il killer, nell’eventualità di un contatto diretto. Un vademecum tratteggiato dai vertici dell’Arma e dai sindaci di Argenta, Molinella, Budrio e Portomaggiore, che va dal classico ‘mantenere la calma’, a consigli pratici come ‘non lasciare l’auto aperta’ e ‘limitare gli spostamenti’.

“La nostra vita però non è cambiata – giura il commerciante – ma c’è anche chi ha paura. Mia madre ha chiuso tutto, resta in casa, perché teme che la notte possa entrare in casa Igor“. “Forse è protetto da qualcuno, in quel caso come si fa a prenderlo? Impossibile – ipotizza il commerciante – oppure se ha portato il furgone a Marmorta e si è fatto portare via subito, chi lo sa? Quel che è certo è che è furbo, sa come muoversi. Ma che mille persone lo stiano ancora cercando è strano. Continuano a dire che lo troveranno. Ma come fai a stanare qualcuno se non sai dov’è?”.

E’ dello stesso avviso un altro commerciante di Portomaggiore: “C’è un po’ di rassegnazione qui, e preoccupazione, stiamo aspettando che lo prendano – dice – Ma per ora tutto tace. Tutti pensano che non sia più qua, ma è strano che in due mesi non sia ancora stato trovato. Ammesso che sia ancora in queste zone, deve esserci qualcuno che lo aiuta”. “Non penso che sia un Rambo che mangia la selvaggina – prosegue l’edicolante – è impossibile che si viva due mesi in mezzo alla boscaglia così“.

Diversi i gruppi di ricerca che stanno dando la caccia del killer, dalla polizia ai carabinieri, fino al reparto paracadutisti del Tuscania, cacciatori di Sardegna esperti nelle ricerche di sequestratori latitanti, i cacciatori di Calabria, le Sos e le Api antiterrorismo. Ognuno di loro presidia ormai da due mesi un territorio di 40 chilometri quadrati, mettendo a segno blitz in casolari, cascine e possibili nascondigli. Mattina e sera le unità di uomini che si occupano di cercare il latitante, oltre 1.200, vanno sulle tracce del serbo, che come un spettro continua ad aggirarsi su tutta la zona.

“Ogni tanto c’è una nuova segnalazione – dice l’edicolante di Portomaggiore – ma non c’è niente di certo. Se ci sentiamo abbandonati dalle forze dell’ordine? No, al contrario. Semmai è il sistema giudiziario che non funziona. Non si può lasciare andare in giro un personaggio del genere, dopo che ha fatto rapine con arco e asce anni fa. Come si fa a mandare a piede libero un uomo così?“.

http://www.adnkronos.com/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube