Montenegro nella Nato. La Russia viene “sfidata”

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left to right: NATO Secretary General Jens Stoltenberg, Prime Minister of Montenegro Duško Marković

 di Magda Lekiashvili

L’Organizzazione transatlantica si allarga e acquisisce il ventinovesimo membro, il Montenegro. Il fatto segna il primo allargamento della Nato dopo l’aprile del 2009, quando l’Albania e la Croazia aderirono all’alleanza. La cerimonia a Washington viene assistita dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg e dal primo ministro del Montenegro Dusko Markovic.

Il Montenegro farà parte della Nato e sarà tutelato dall’articolo 5 dell’alleanza, secondo il quale un attacco armato contro uno stato membro, costituirà un attacco verso tutti. Di conseguenza, se tale attacco dovesse verificarsi, entrerà in atto il diritto di legittima difesa individuale o collettiva. Per stabilire e mantenere la sicurezza dei suoi membri, se necessario, l’alleanza userà anche la forza armata. Gli accordi sono bilaterali. Anche il Montenegro, quindi, avrà le proprie responsabilità e, come primo passo, devolverà alla Nato il 2% del suo Pil alla difesa entro il 2024.

Poco dopo che il Montenegro riacquisì l’indipendenza nel giugno 2006, entrò a far parte del partenariato per la pace. Successivamente, nel 2009 il paese venne invitato a partecipare al piano d’azione (Map- Membership Action Plan) per l’adesione alla Nato e fu proprio questo passo la carta bianca per il suo futuro successo. Nel frattempo, ha attivamente sostenuto l’operazione guidata dalla Nato in Afghanistan ed ora sta sostenendo la missione successiva per formare, consigliare e aiutare le forze afgane di sicurezza.

Se questo sia un elemento in più per l’adesione, ai paesi dell’Europa orientale non resta altro che sperare. Il segretario generale della Nato, Stoltenberg, manda un messaggio di incoraggiamento agli altri stati che cercano l’adesione. Se un paese promuove la democrazia e si trasforma realmente come uno stato modello, rafforza lo stato di diritto, modernizza le sue forze armate e contribuisce alla difesa collettiva della Nato, ci sarà anche per loro un posto nell’organizzazione.

Sono molti i paesi che collaborano con la Nato e mandano il proprio contributo alle missioni pacifiche in  Afghanistan. Davanti alla porta d’ingresso della Nato i primi tre paesi sono la Moldova, la Georgia e l’Ucraina. Ma in primis, si fanno i contri con i propri vicini. La Russia, che percepisce ogni mossa della Nato verso oriente come una minaccia alla sicurezza nazionale, ha ancora ferite aperte con le frontiere della Georgia e dell’Ucraina.  Anche stavolta ha contestato l’appartenenza del Montenegro alla Nato e ha minacciato di prendere “misure di ritorsione” contro la mossa “ostile”, incolpando il Montenegro di promuovere “isteria anti-russa” del Paese.

“Nella politica, come nella fisica, per ogni azione c’è una reazione opposta” – ha affermato il ministro degli affari esteri della Russia Sergej Lavrov.

Lo scorso ottobre, il Montenegro ha parlato apertamente di un fatto, che le agenzie russe di spionaggio e i partiti pro-russi locali hanno cospirato contro le azioni per fermare l’offerta dell’Alleanza Transatlantica di adesione. Anche la settimana scorsa il ministro degli affari esteri del Montenegro aveva convocato l’ambasciatore russo per protestare contro la breve detenzione di un deputato del Partito Democratico dei Socialisti in un aeroporto di Mosca. Viene fuori che il Cremlino ha un elenco segreto di funzionari montenegrini che hanno il divieto di entrare in Russia, scrive Reuters. Il che vuol spiegare la direzione politica scelta dal Montenegro, che passa attraverso l’Europa e non ha a che fare con la Russia.

 

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