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L’uso di un appello per una società militarista comprende una serie di atteggiamenti di carattere politico e ideologico che pongono la capacità militare a fondamento della sicurezza e degli obiettivi di una nazione ed afferma che l’obiettivo più importante deve essere proprio lo sviluppo ed il mantenimento di un adeguato apparato militare.

La paura del Cremlino per le cosiddette rivoluzioni colorate si è materializzata con un accumulo di risorse – recentemente messe a disposizione – in favore della Guardia Nazionale Russa (Rosgvardiya), che è stata progettata per distruggere i disordini: alle sue risorse sono state aggiunte disponibilità senza precedenti.

Negli ultimi giorni di maggio, quando il pubblico era distratto per le incursioni della polizia al Gogol Center e contro il regista Kirill Serebrennikov, quasi nessuno ha notato il nuovo decreto ratificato dal presidente Putin, nel quale approvava i “Regolamenti sull’organizzazione tattica e geografica delle Forze della Guardia Nazionale Federale Russa”. A prima vista sembrava un documento burocratico straordinariamente noioso; ma solo a prima vista, perché infatti, con una lettura più attenta, alcuni capoversi del decreto indicano una vera e propria rivoluzione nell’organizzazione militare russa.

“Per decisione del presidente della Federazione russa – si legge nel documento – le unità e le divisioni delle forze armate della Federazione, nonché tutte le altre formazioni militari e organismi possono essere trasferiti alla subordinazione tattica del comandante distrettuale per svolgere i compiti assegnati alle truppe della Guardia Nazionale “.
Nel periodo sovietico e post-sovietico si prevedeva che le truppe interne del ministero dell’Interno, sulla base delle quali è stata istituita nel 2016 la Guardia Nazionale, potessero essere subordinate alle forze armate. Dopo tutto, un nemico esterno avrebbe potuto sovrastare l’esercito e per respingerlo, sarebbe stato necessario concentrare tutte le forze militari del paese in un unico pugno. Negli ultimi anni, sotto il comando dell’esercito, le unità delle truppe interne sono state coinvolte in tutti i più importanti esercizi militari; ma non è mai stato suggerito che le forze militari sarebbero state subordinate al comando delle truppe interne.

Nella legge dello scorso anno, quella che istituì la Guardia Nazionale, non c’era nessuna indicazione che le unità militari avrebbero potuto essere subordinate ai comandanti della Guardia, perché, una tale subordinazione, avrebbe significato solo una cosa: il Cremlino considera le minacce domestiche più pericolose delle minacce straniere. Ora in effetti, si nota che queste minacce domestiche sono così gravi che, ad un certo punto, la Guardia Nazionale russa potrebbe non essere sufficientemente forte per respingerle, anche se, secondo il suo comandante, il presidente Viktor Zolotov, la sua forza militare è raddoppiata – in origine c’erano 187.000 uomini nelle sue fila – ossia la Guardia Nazionale Russa ora ha quasi 400.000 soldati. In sostanza quindi, il decreto del presidente chiarisce che le autorità riconoscono la possibilità di disordini su larga scala che potrebbero pregiudicare l’intero paese. In tali circostanze, verrebbero richiamate tutte le riserve e l’esercito verrebbe impegnato nell’esecuzione della sua nota “funzione interna”, cosa che fin dai tempi sovietici, e anche post-sovietici i militari hanno sempre evitato.

Nel 2014, tuttavia, in una conferenza organizzata dal Ministero della Difesa, i generali, che desideravano obbligare il Cremlino ad erogare loro sempre più fondi, giunsero alla straordinaria conclusione che le cosiddette rivoluzioni colorate costituissero una nuova forma di azione militare. Così, nella nuova edizione della Dottrina Militare della Federazione Russa, pubblicata nel dicembre 2014, si legge che i conflitti militari moderni “sono caratterizzati dall’uso integrato della forza militare e delle misure politiche, economiche, informative e non militari attuate con ampio uso del potenziale di protesta del popolo e delle forze tattiche speciali”. Come si può ben notare, il “potenziale di protesta del popolo” si identifica con le azioni dei sabotatori nemici.

A questo punto, a quanto pare, doveva essere fatto qualcosa. Il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, per effettuare ricerche su come le forze armate dovrebbero reagire a tali minacce, ha creato differenti istituzioni militari (tra cui l’Accademia dello Stato Maggiore), i cui risultati non sono mai stati resi noti. Anche se, probabilmente non è proprio del tutto vero: gli ufficiali, per non apparire come coloro che hanno pianificato la distribuzione delle truppe contro il proprio popolo, hanno studiato di spostare la responsabilità dell’uso della forza militare contro la popolazione, subordinando l’esercito alla Guardia Nazionale.

L’estate scorsa, alcune unità della Guardia Nazionale e delle forze aeree si sono impegnate in esercizi congiunti nella regione di Volgograd. Sono stati coinvolti gli eserciti provenienti da due brigate della Guardia Nazionale e dai Centri Speciali di Ops, nonché la 65° Brigata delle forze aeree, per un totale di quattro mila uomini. Tuttavia, il responsabile delle manovre è stato un membro del Ministero della Difesa, il tenente generale Andrei Kholzakov, il vice comandante delle forze aeree. Il generale ha poi spiegato che gli esercizi erano i primi che si erano svolti “dopo la riforma delle truppe interne. Stiamo elaborando questioni di interazione per capire come cooperare in futuro”. Il motivo per cui erano stati chiamati a comandare le esercitazioni i generali dell’esercito è evidente: i loro colleghi della Guardia Nazionale non hanno il know-how e l’esperienza per pianificare operazioni su larga scala. Ma ora, il decreto del presidente ci fa pensare che il Cremlino favorisca la fedeltà alla conoscenza e alla capacità e ha subordinato l’esercito alla polizia. Per inganno o per ferocia, l’esercito si sta preparando a sopprimere il proprio popolo.

Le autorità, tuttavia, hanno tenuto nascosto di cosa si dovrà principalmente occupare la guardia nazionale all’interno dello stato, infatti il vice primo ministro, Dmitry Rogozin, la ha definita “una unità militare molto combattiva atta risolvere i problemi del paese”, come ha anche sottolineato che “la Guardia Nazionale Russa deve essere armata fino ai denti e non solo ai denti, con armi di altissima qualità”.
È vero che la Guardia sta diventando un corpo di vigilanza, un super servizio segreto sostenuto da migliaia di soldati. Recentemente, ad esempio, è emerso che la Guardia stava istituendo un servizio per monitorare le reti sociali su Internet.

“Vediamo oggi le aree in cui vorremmo operare. IT è al primo posto. […] La Guardia Nazionale Russa prevede di formare degli specialisti in informatica e super esperti per il monitoraggio delle reti sociali”, ha spiegato il colonnello generale, Sergei Melikov, vice comandante della Guardia Nazionale Russa.

Il generale Melikov ha sostenuto che la nuova unità avrebbe il compito di seguire solo i terroristi e impedire i loro attacchi; ma è più probabile che le “guardie cyber” identifichino i gruppi di “ribelli”, incluse le persone che intendono partecipare a manifestazioni di protesta.
Nel frattempo, i media hanno segnalato l’intenzione della Guardia Nazionale d’ottenere il permesso di eseguire lavori investigativi, creando così la loro propria versione del Dipartimento Criminale di Mosca (MUR). Finora i funzionari di alto rango della Guardia hanno decisamente negato questo aspetto; tuttavia, il generale Melikov ha rivelato che la guardia nazionale russa avrebbe formato “gli specialisti appropriati se le autorità avessero deciso di attribuire loro questi poteri”.

Infine, i comandanti superiori sono coinvolti nella guida ideologica della Guardia Nazionale. Sembra che il loro ideale sia il NKVD. Così, nel prossimo futuro, verrà resuscitato il nome di Dzerzhinsky e sarà incorporato come parte del nome dell’Istituto della Guardia Nazionale di Saratov. Alle unità e alle divisioni della Guardia verranno date le insegne e i titoli onorari dei loro gloriosi predecessori, verrà loro insegnato come trovare qualcosa di eroico nelle storiche uniformi del NKVD. Sarà curioso vedere quello che scriveranno sul coinvolgimento di questi “gloriosi guerrieri” nelle deportazioni all’ingrosso e se utilizzeranno questi “esempi eroici” per educare i nuovi “guardiani”.

Per il momento, i comandanti della Guardia Nazionale insistono sul fatto che il loro obiettivo principale è d’affrontare i terroristi e le bande armate, sottovalutando il loro ruolo nella dispersione dei civili; ma nello stesso giorno che è stato pubblicato il decreto del presidente, il 20 maggio, è apparso un articolo di straordinaria franchezza sull’Osservatorio militare indipendente a firma di Yuri Baluyevsky. Nel recente passato Baluyevsky è stato il capo dello staff generale delle forze armate; successivamente il vice segretario del Consiglio di sicurezza e ora è un consulente del comandante capo della Guardia Nazionale russa.

“Come uomo militare – scrive Baluyevsky – paragono il nostro paese a un bersaglio. Il centro è la leadership e l’élite politica. Il secondo cerchio è l’economia, il terzo l’infrastruttura, il quarto la popolazione e il quinto le Forze Armate. Attualmente non sono le forze armate che vengono attaccate, ma la popolazione civile, in quanto, rispetto alle forze armate, è il segmento della società più vulnerabile alle forze e ai metodi della guerra psicologica. Grazie alle rivoluzioni colorate conosciamo lo scenario dell’evoluzione degli eventi: gli organizzatori per andare in strada hanno milioni di persone che gridano “via il governo!”.. le autorità cominciano a perdere il controllo; seguono poi le sanzioni e un attacco integrato sull’economia del paese. Le forze armate non sanno cosa fare. Tutto questo porta al crollo del paese. È così che si svolge una guerra moderna. L’emergere della Guardia Nazionale è una risposta alla sfida della nostra società, alla minaccia dell’uso della cosiddetta resistenza non violenta, che sarebbe più preciso definirla una “rivoluzione colorata”.

“Così, il segmento meno responsabile della società, la popolazione civile del proprio paese, è stata trasformata in un potenziale nemico contro il quale la Guardia nazionale russa e l’esercito saranno autorizzati ad usare la forza. Sono legittimati ad usare la forza militare contro il proprio popolo, cioè contro loro stessi. Pura follia!”

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