Da un calcolo del sindacato dei gestori Figisc e la Confcommercio è risultato che il prezzo medio per un litro di benzina, dal 6 all’11 giugno è stato di 1,512 euro. Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ha reso noto che il 12 giugno il prezzo medio è sceso a 1,510 euro. Stesso andamento anche per il prezzo del gasolio: la scorsa settimana era di 1,361 euro al litro, mentre il giorno 12 giugno la media era di 1,353 euro.

Ad alzare i prezzi sono le tasse e accise. Per ogni litro di benzina l’Iva è di 273 millesimi, mentre le accisa si calcolano in 737 millesimi, per un totale di 1,010 di introito per lo Stato. Ma non tutte le stazioni sono uguali: Leonardo.itMoney ha calcolato che la benzina acquistata in autostrada costa dal 30 al 45% in più rispetto alle altre stazioni; Altroconsumo ha approfondito, nell’anno 2016, i costi della benzina nelle autostrade vicine alle grandi città: Milano 9% in più, Bologna il 6%, Firenze l’11%, Roma il 7% e Napoli 12%. I gestori e le società autostradali indicano le royalties come responsabili dei costi.

Secondo Marco Bulfon, responsabile prezzi carburante di Altroconsumo il problema non è quanto costa la benzina, che potrebbe essere venduta a prezzi più bassi, ma nel “gigantesco problema di distribuzione e di organizzazione“. Osserva poi che a rincarare la dose c’è il fatto che “lo Stato utilizza la benzina come salvadanaio“.

Il presidente della rete autostradale della Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti, Stefano Cantarelli, difende la propria azienda spiegando che “il costo di esercizio è più alto. Anche se è stato ridotto all’osso deve essere garantito personale 24 ore al giorno e non solo un servizio automatico alla pompa“.  Intravvede una via d’uscita nella ristrutturazione dell’intera reta.

Luca Ungaro, vicepresidente esecutivo di Autostrade per l’Italia e responsabile delle aree di servizio e d’accordo sul fatto che le 24 mila aree di servizio sono troppe: “Andrebbero ridotte a 15 mila”. Già ridimensionate nel 2015, va però ricordato – afferma sempre Ungaro – che le aree di servizio sono una ricchezza per l’automobilista.