Ciao, Giuseppe

Attualità & Cronaca

Di

Pietro Nenni e Giuseppe Tamburrano

Si è spento Giuseppe Tamburrano per trent’anni Presidente della Fondazione Pietro Nenni. Con lui se ne va un pezzo di noi e della storia del socialismo italiano. Il Presidente Benvenuto, la famiglia Nenni, Antonio Tedesco e la Fondazione Nenni tutta, da lui fondata e così tanto amata, si stringono in un commosso abbraccio alla moglie Gianna e alla figlia Valeria. Lo ricorderemo sempre, Giuseppe, perché vive nei nostri cuori.

Non amo scrivere in prima persona ma per una volta vorrei concedermi questa licenza. Per me Giuseppe Tamburrano è sempre stato il Profes­sore. Sin dai tempi in cui lavoravo in un giornale di provincia di ispi­ra­zione socialista e lo chiamavo per chiedergli di fornirmi le chiavi inter­pretative su quel che stava accadendo a livello politico. Roba di diversi decenni fa. Lui era sempre calmo, sereno, inanellava le parole con attenzione, certo non con la velocità con la quale vengono sciorinate sui social. Quell’attenzione nasceva dalla sua profonda preparazione. Le sue chiavi interpretative erano sempre ricche perché elaborate da una mente che alla frequentazione delle biblioteche aggiungeva il confronto con la realtà; vivificava il suo sapere nel fuoco della politica, cercando verifiche, alimentando anche dubbi, per sé e per gli altri.

Giuseppe Tamburrano ci ha lasciato. Accanto a Nenni (ma non solo accanto a Nenni) ha fatto politica e ha partecipato all’esperienza mi­glio­re della sinistra di governo che questo Paese abbia avuto nei set­tant’anni che hanno fatto seguito alla fine della seconda guerra mon­dia­le. Ha fatto la storia ma l’ha anche scritta tenendo separate le passioni del militante dal rigore del ricercatore. In quegli anni turbolenti, segna­ti dal terrorismo, lui, telefonicamente, era per me una guida affidabile nella comprensione delle vicende che caratterizzavano il Partito Socia­lista. Mai avrei pensato nella mia vita di ritrovarmi accanto a lui nella Fondazione che lui ha creato e intitolato all’uomo che prima ha ac­compagnato nell’esperienza di governo e poi raccontato nei suoi scritti.

L’ultima volta a casa sua mi indicò dietro la scrivania la poltrona che fu di Nenni invitandomi a sedermi. Declinai l’invito: temevo di commettere un reato di vanità. Mi raccontò di questa sua inestinguibile passione, nata per vie familiari, dell’ingiusta fine di un’idea straordinariamente nobile e altrettanto straordinariamente offesa dalla mediocrità degli uomini. Forse parlavamo più facilmente perché eravamo accomunati dalle origini, venendo tutti e due da quella lingua di terra che si proietta verso Oriente. Ma la coerenza metteva il Professore al riparo da quell’accusa di levantinismo che spesso viene rivolta ai pugliesi.

Ci mancherà. Ancor di più mancherà a Gianna, sua straordinaria compagna di vita: a lei va tutta la nostra amicizia e la nostra solidarietà. Al Professore il nostro grazie. (a.m.)I funerali di Giuseppe Tamburrano si sono svolti a Roma venerdì 23 giugno alle ore 11 presso la chiesa Santa Francesca Romana, Piazza dei Navigatori

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