E la Raggi per risparmiare acqua ha già da tempo fatto seccare i giardini

Attualità & Cronaca

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In una intercettazione telefonica il famoso Raffaele Marra accusa elegantemente la sindaca Virginia Raggi di “non avere le palle” per ricoprire il ruolo. Le lamentele dell’ex braccio destro (più che altro per lei… sinistro) nascevano dall’atteggiamento tenuto dalla signora a proposito della promozione del fratello (con tanto di aumento salariale) al vertice del dipartimento del turismo. Questioni di alta politica, insomma. Altamente clientelare e familistica, roba da impero romano decadente.

Invece, la sindaca ha dimostrato di avere grande determinazione, di essere dotata di straordinario decisionismo. Infatti, ha affrontato con polso fermo la questione dell’emergenza idrica legata al gran caldo e alla siccità. Infatti ha ordinato (è proprio il caso di dire visto che parliamo di ordinanza) di limitare l’irrigazione di orti e giardini e di contenere il dispendio di acqua negli usi domestici e familiari. Il comune di Roma sta dando il buon esempio. E ha cominciato già da tempo, da prima dell’emergenza (perché la Raggi tra le qualità che le hanno consigliato di darsi un voto pari al 7,5, ha anche quelle divinatore). Infatti, le strade di Roma sono sempre più sporche (ma non ditelo a Grillo altrimenti ci inonda con altri post fantasiosi sul suo blog: uomo veramente di estrema creatività) mentre per quanto riguarda i giardini, l’uso dell’acqua è ormai inutile: sono quasi tutti secchi. Quando si dice muoversi per tempo.

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