Dalle profondità del tempo

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Novello Finotti espone a Matera 38 sue sculture in occasione del trentennale delle Grandi mostre nei Sassi, organizzate dal Circolo La Scaletta

di Veronica Mestice

Immaginate lì, a camminare nel tempo con lo sfondo della carsica Murgia e attraverso dieci mila anni di storia nella città che ha varcato i “vergognosi confini nazionali” ergendosi a vessillo della cultura europea per il 2019: sono le trentotto sculture del Maestro veronese Novello Finotti, esposte nell’ambito de “Le Grandi Mostre nei Sassi”, storica rassegna di scultura contemporanea organizzata dal Circolo La Scaletta da ben trent’anni.

Era il 1987 quando l’ immanente leggerezza dei fili metallici di Fausto Melotti percorreva il vuoto degli spazi del complesso rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, i cui anfratti tufacei rappresentano da allora il luogo privilegiato di questa rassegna che ha ospitato le opere di artisti di calibro internazionale, come Consagra, Cambellotti, Azuma, Guida, inanellando continui successi.

Quest’anno la scultura enigmatica di Novello Finotti e il suo mondo di metamorfosi che assume la natura multiforme a modello di ispirazione, ripopola fino al 5 novembre gli ambienti suggestivi di Madonna delle Virtù nell’antologica intitolata “Dalle profondità del tempo”.

L’artista veronese, conscio che l’arte è la sua maledetta benedizione, allievo di Magritte e De Chirico, formatosi all’Accademia Cignaroli, vanta una carriera internazionale, con esposizioni italiane ed estere: alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e in ultimo al Seoul Museum della capitale coreana nel 2015 e nel prestigioso Museum of Art di Busan (sempre in Corea).

Cinquant’anni della sua produzione si riverberano nelle opere in marmo e bronzo, realizzate tra il 1968 e il 2014 ed esposte a Matera. Finotti disegna una poetica che s’incentra sull’enigma della forma che non si risolve in una curiosità enigmistica per puntare piuttosto sul confine sottile, incerto, ambivalente, che si dispone tra sogno e pensiero, tra desiderio e razionalità, tra passione e rigore. – sostiene la curatrice della mostra, Beatrice Buscaroli, sottolineando come la qualità e l’abilità del Maestro non siano fini a se stessi, ma plasmino una materia che ha qualcosa di totemico, cioè di vitale espressione di desideri che nella forma trovano il loro modo di sentire.

E’ la materia che non si blocca nel tempo, ma si plasma e si trasforma nelle continue metamorfosi, spinta dall’afflato di quello che Bergson chiamava lo slancio vitale, senza alcuna pecca di surrealismo, bensì consapevole dell’esaltazione della vitalità e delle potenzialità spirituali in essa intrinseche.

Come sottolinea stupefatto il Presidente del Circolo, Ivan Focaccia, stupisce l’inconsapevole analogia col contesto materano di alcune di queste sculture, come “L’uomo che cammina” e “La macchina del tempo”, che già dai titoli affibbiati omaggiano la vita e l’incedere continuo dell’uomo nella città dove tutte le età sono contemporanee e dove la vita torna a rappresentare la millenaria vicenda umana (ndr Pietro Laureano).

Il materiale preferito da Finotti non è solo il bronzo che rifrange la luce, anche la spoglia purezza del marmo, che si trova nei 22 elementi che compongono “Omaggio a Shakespeare”, 1980-1984.

L’itinerario non tralascia sculture che richiamano eventi tragici del secolo scorso come “Dopo Chernobyl”, 1986-1987, metamorfosi e compenetrazioni con il mondo animale e vegetale. Un viaggio tra la profondità interiore e la leggerezza dello spirito e della materia di “Prego non fatemi il solletico”,1990-1994 e la velata sensualità di “Mantide 2”, 1998. Non mancano omaggi a Van Gogh, a Kafka e Italo Svevo.

Finotti in faccia al vento coglie l’ispirazione, crea, scevro da condizionamenti e senza offrire spiegazioni perché l’opera deve avere un suo linguaggio che lo spettatore sente. E nelle luci soffuse degli ipogei si sente un’illusione di eternità a cui Matera non vuole rassegnarsi.

La rassegna ha il patrocinio di MiBACT, Regione Basilicata, Fondazione Matera- Basilicata 2019, APT Basilicata, Università degli studi della Basilicata, Provincia, Comune e Fondazione Zétema di Matera.

L’iniziativa è realizzata grazie al sostegno del Main sponsor Total; gli sponsor Soc. Coop. Cave Heritage, Attilio Caruso, agente generale Unipol Sai, Cementeria Matera- Italcementi Group e i contributi delle aziende materane Frascella Emanuele s.r.l. e Stella All in one s.r.l.

Il catalogo con le foto delle opere esposte, pubblicato da Giuseppe Barile Editore, è a cura di Beatrice Buscaroli con le note biografiche di Edoardo Delle Donne.

La mostra resterà aperta fino al 5 novembre 2017, con i seguenti orari:

dal 30 giugno al 30 settembre, tutti i giorni, con orario continuato 10-20;

dal 1 ottobre  al 5 novembre 10-13.30  e 15.00-18.00.

Ingresso: intero 5.00 euro- ridotto 3.50

Ridotto per studenti fino a 24 anni, over 70 e soci FAI.

La gestione della mostra è garantita dalla Soc. Coop. Cave Heritage- Arte Cultura e Turismo

Per informazioni: 377.4448885; info@caveheritage.it

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