L’Eredità di Edoardo Pollastri

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ROMA – Un uomo d’altri tempi, dal grande carisma, che non guardava mai al passato, ma che raccoglieva le sfide del futuro. Capace di ascoltare tutti, affidabile, calmo, grande oratore. Con commozione e riconoscenza questo pomeriggio nella sede di Unioncamere a Roma è stato ricordato Edoardo Pollastri, già senatore della Repubblica, presidente di Assocamerestero e della Camera di Commercio Italiana a San Paolo, scomparso in gennaio a 84 anni. Occasione è stata la presentazione di “Edoardo Pollastri. Impegno civile e strategie di azione al servizio delle reti italiane nel mondo”, volume curato da Gaetano Fausto Esposito e Camilla Sala, nella terza e ultima giornata del meeting che ha riunito a Roma più di 80 dirigenti delle CCI nel mondo.
A ricordare Pollastri sono stati Pietro Bassetti, i senatori Pierferdinando Casini e Claudio Micheloni, i deputati Fabio Porta, Marco Fedi, Laura Garavini, Renata Bueno e Colomba Mongiello. Presenti anche Francesca La Marca, l’ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, e la figlia di Pollastri, Paola.

A fare gli onori di casa il presidente di Assocamerestero, Gian Domenico Auricchio, che ha definito Pollastri un uomo “che ha dato tanto, affidabile e sensibile”, dai modi “diretti e competenti”. Di Pollastri, ha aggiunto, “ricordo la grande rettitudine. Posso dire di aver conosciuto un galantuomo; che diceva sempre “guardiamo avanti”, sempre, anche di fronte alle difficoltà. Lo diceva anche ai segretari: sono più giovane di voi, perché guardo al futuro non al passato, diceva sempre”.

Presidente della Commissione Esteri del Senato, Casini non ha voluto mancare all’appuntamento per rendere il suo “affetto autentico per Pollastri” ricordato in Senato con “commozione autentica”. Di lui, Casini ha ricordato il “carisma e l’affidabilità”. Il primo in Pollastri era innato: “non tutti ce l’hanno, a prescindere dalla carica che si ricopre, ma Edoardo sì, in tutte le cose che ha fatto”. E poi era “affidabile, era un uomo di parte, come tutti noi, certo, ma veramente affidabile, mai fazioso. Ero presidente della Camera quando l’ho conosciuto a San Paolo e ho visto un sistema efficiente. Credo che il Legislatore abbia non poco sottovalutato il lavoro delle Ccie; è vero che non sempre il sistema è virtuoso, ma credo che Pollastri e la sua esperienza abbiano dimostrino che il sistema economico e produttivo dell’Italia abbia bisogno delle Ccie. Oggi – ha concluso – diamo tributo ad Edoardo e al lavoro di una comunità che non è più quella che rappresentava l’amico Tremaglia, ma fatta di protagonisti della vita economica e sociale del mondo. Spero che si possa commemorare Edoardo anche in Brasile, sarebbe importante per la comunità italiana”.

Pollastri era “un gentiluomo, un senatore, una persona di un altro tempo”, ha detto un commosso Claudio Micheloni, eletto in Senato per la prima volta nel 2006, come Pollastri, ora presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero. Fu lui, nel gennaio scorso, a comunicare all’Aula del Senato la scomparsa del collega, nella commemorazione che Casini ha definito di “autentica commozione”.

“Abbiamo lavorato insieme molto bene su tutti i punti dell’agenda di allora; era la prima volta per tutti; abbiamo scoperto un mondo che non sconoscevamo e non è stato facile. Edoardo era un punto di riferimento per tutti. A me – ha aggiunto – ha insegnato molto: a mantenere la calma nel negoziato, nelle notti delle finanziarie, quando organizzavamo i turni per difendere i nostri emendamenti, tra cui c’era sempre quello per le Ccie”. Per chè un’altra caratteristica di Pollastri era che “in ogni suo intervento su qualsiasi tema riusciva ad inserire un riferimento alle Camere di Commercio all’estero. Non so se siete consapevoli dell’importanza per voi del passaggio di Edoardo in Senato”, ha aggiunto Micheloni. Pollastri “aveva un’ossessione: trasmettere l’immagine estera delle Ccie”, che di solito nelle istituzioni sono rappresentate dai vertici romani, “ed è ciò che ha fatto, cambiando la percezione della vostra realtà in Senato. E ciò vale ancora oggi: il lavoro di Pollastri ha lasciato tracce”. Anche oggi, ha aggiunto, i rappresentanti delle CCIE devono essere consapevoli che “è importantissimo il lavoro a Roma, ma lo è di più mostrare direttamente la vostra immagine alle istituzioni, come ha fatto Pollastri. Mi auguro che ciò che ha seminato possa portare frutti, ma la coltivazione di questi semi dipende molto da voi, perché la politica cambia, voi restate”.

Deputata eletta in Sud America, italo-brasiliana, Renata Bueno nel suo breve intervento ha sostenuto che “tutti ci sentiamo figli di Edoardo, io e Porta soprattutto. Da lui abbiamo imparato molto. Quando fu eletto nel 2006 io studiavo qui a Roma, ho avuto modo di conoscerlo in Brasile e nel 2012-13 mi propose di candidarmi con lui alle elezioni. È stato un gran maestro e padre per me. Gli dedico il mio lavoro e il mio mandato”. Quindi rivolta ad Assocamerestero e agli autori del libro, Bueno ha definito l’iniziativa “fantastica, che riflette i nostri sentimenti, il nostro debito nei suoi confronti; nei confronti di un grande uomo”.

Eletta in Europa, Laura Garavini è tra quelli che hanno conosciuto Pollastri solo di recente: “non in Parlamento ma in Assocmaerstero”, ha ricordato, “e ho avuto contezza di quello che mi avevano sempre detto di lui: del suo grande calore umano e artefice della grande rete delle Ccie”. Pollastri, ha aggiunto Garavini, “ha avuto il merito di essere l’ideatore della filosofia delle Ccie” e in grado di “interpretare al meglio la loro capacità di sintesi tra mondo globale e mondo locale”. “Apprezzo vostra pubblicazione che a mio parere sintetizza la sua filosofia con tre parole chiave: essere capace di costruire ponti, e le Ccie sono costruttrici di ponti all’estero; essere glocal, riuscire a coniugare la provenienza territoriale al mondo; infine, le Ccie portano la lingua italiana negli affari nel mondo. Ho letto in un nostro rapporto che 3/4 della vostra attività coniuga affari e promozione della cultura italiana. Credo – ha concluso – che per rendere onore a questo uomo straordinario occorra portare avanti il prezioso lavoro delle Ccie”.
Marco Fedi, deputato eletto all’estero anche lui, ha conosciuto Pollastri da senatore: “mi ritrovo nelle parole di Micheloni: è stato un punto di riferimento per noi eletti all’estero”. Eletto come Pollastri nel 2006, Fedi ha confidato di avere avuto una “opinione confusa delle Ccie, che ora è cambiata”. Certo, “conosco Ccie che lavorano bene e altre meno brillanti”, ma Pollastri è stato “artefice di questo cambiamento culturale, ora siamo più coscienti del nostro potenziale nel mondo”.

Se per Ivan Lobello, presidente di Unioncamere, Pollastri è stato un “personaggio di grandissima qualità” e dalle “capacità significative, uno dei pochi che lascerà sempre un tema col suo nome e che rimarrà nella memoria di tanti di noi”, per Pietro Bassetti il ricordo di oggi ha dimostrato ancora una volta che “a Pollastri abbiamo tutti voluto bene”. Era “uomo di carisma, come ha detto Casini. Una persona che guardava avanti, per collegare, trasformare. Il nostro compito è di guardare alla sua esperienza per guardare avanti insieme”.
Il suo impegno “fu quello di spiegare agli italiani nel mondo che non si può vivere all’estero facendo gli “italiani all’estero”; non si tratta più di essere migranti, ma operatori che legano il dono italiano al mondo, con l’esperienza degli altri”.

“Piemontese convinto e insieme brasiliano”, Pollastri “ci invita a raccogliere la sfida di donare al mondo i nostri valori, che sono accresciuti dalla saldatura col territorio che ognuno interpreta” guardando “non alla nostalgia del passato, ma alle sfide del futuro”. Non come persona “nazionalisticamente italiana e tricolore, ma cittadino del mondo, portatore dei valori italiani. Basta con l’evocazione della penisola: saremo sempre serie b o c; se invece evochiamo la tradizione di essere nel mondo per i nostri valori, diventiamo una superpotenza del softpower, come dice qualche nostro diplomatico. La sfida – ha ribadito Bassetti – è di guardare avanti, questa è la lezione di Pollastri, anche per le Ccie”. Ricordare Pollastri “invita tutti noi ad utilizzare la sua eredità politica e di business”.

Dopo la deputata Colomba Mongiello, che ha parlato di quanto ha imparato dagli eletti all’estero in Parlamento, è intervenuto anche Pietro Celi (Mise), che ha confidato di “sentire molto la mancanza di Edoardo”, di cui ha ricordato “il senso delle istituzioni e del rispetto. Sapeva ascoltare tutti e lo faceva. Era un interlocutore gradevole anche nelle argomentazioni di spessore. Quelli sentiti oggi sono stati tutti interventi senza retorica – ha osservato – proprio come era Pollastri”, di cui Celi ha sottolineato anche “l’ancoraggio pragmatico alla realtà” che tanto ha fatto per la rete delle Camere di Commercio. Una rete “che credo sia unica, così sviluppata e radicata all’estero ma anche in contatto costante e vivo con il paese d’origine. E molto lo dobbiamo a Pollastri”.

A chiudere gli interventi Fabio Porta, deputato eletto in Sud America, presidente del Comitato italiani nel mondo e sistema Paese della Camera, che ha conosciuto Pollastri al suo arrivo in Brasile, 20 anni fa, quanto “lui era già Pollastri, cioè un monumento, e io ero nessuno. Al mio arrivo a San Paolo nessuno come lui fu immediatamente disponibile, tipico dei grandi uomini. Tutti noi diventiamo qualcosa crescendo e spesso ci dimentichiamo che la disponibilità e l’immediata relazione col prossimo è la prima caratteristica fondante di una persona”. Pollastri “ha incarnato l’inclusione e la sussidiarietà, il rapporto tra parti di società civile e istituzioni”. Sotto la sua direzione “la Cci di San Paolo è diventato luogo di incontro, non solo della comunità italiana. È riuscito a far dialogare dei mondi che sino ad allora non erano comunicanti”. E se è vero che gli italiani all’estero si dividevano sempre “tra nostalgici e grossi imprenditori”, Pollastri evidenziava l’importanza della “comunanza” cioè “dell’identità che accomuna, oltre le storie personali e le diversità”.
“Come senatore ha lasciato una eredità importante”, ha aggiunto Porta. “Oggi sono passati poco più di 10 anni dall’ingresso in Parlamento degli eletti estero” e “lui ci aiuta a fare un bilancio in chiaroscuro: Pollastri è stato il parlamentare che meglio ha interpretato il nostro ruolo perché ha saputo dare voce in Parlamento al mondo italico, di cui parla Bassetti. Sino a quando saremo solo i rappresentanti di un piccolo mondo antico, come dice qualche collega, non riusciremo a trasmettere la grandiosità di questa presenza che va oltre anche le nostre organizzazioni. Pollastri lo aveva capito e l’ha interpretato; noi non siamo stati sempre all’altezza di questo suo lascito, che dobbiamo rilanciare con l’impegno imperativo di insistere sul tratto delle comunanze, sulla identità degli interessi che non distingue l’Italia dall’Italia all’estero, di cui Pollastri è stato il miglior interprete”. (ma.cip.) 

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