Migranti, no all’apertura di altri porti europei

Emigrazione & Immigrazione

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UNANIMI SU LIBIA, ONG E RIMPATRI

Non cambia il mandato della missione Triton, no all’apertura di altri porti nel Mediterraneo per accogliere i migranti, stop sui nuovi fondi. Arrivano stop all’Italia dal vertice di Tallin. In particolare da Germania, Olanda e Belgio. La Spagna ha detto di avere porti ‘gia’ troppo sotto pressione’. Preoccupazione per la situazione dalla Francia. Ma sulla questione porti e’ il ministro Minniti a precisare: ‘La sede per discuterne e’ Frontex e l’Italia lo fara’ con la necessaria fermezza’. Mentre ‘su tre punti – Libia, codice di condotta delle ong e rimpatri con la stretta sui visti – al vertice c’e’ stata una posizione unanime’.

“Cambiare il mandato della missione Triton? “No. Il mandato della missione e’ ben definito. Si tratta di migliorare l’attuazione di quanto gia’ concordato. Fanno gia’ un lavoro molto buono”. Cosi’ il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos arrivando alla riunione dei ministri dell’Interno a Tallinn. Poi si corregge. Sempre da Tallin si alza il coro contrario all’apertura di altri porti sul Mediterraneo per accogliere i rifugiati, Si sono gia’ espressi in questo senso la Germania, l’Olanda e il Belgio. Dal canto suo la Spagna ha dichiarato di avere i porti “gia’ troppo sotto pressione”. Preoccupazione per la situazione nel Mediterraneo e’ stata espressa dalla Francia e dall’Italia.

Anche se l’attuale mandato dell’operazione Triton “e’ chiaro”, secondo il commissario Ue Dimitris Avramopoulos “e’ necessario piu’ lavoro da parte dei paesi europei e anche dei paesi del Nord Africa per condividere l’onere ed essere sicuri che l’Italia non sia lasciata sola”. Lo ha detto il commissario Ue per l’immigrazione Dimitris Avramopoulos correggendo la sua precedente dichiarazione sul cambiamento della missione Triton, Mentre la riunione dei ministri degli Interni sull’emergenza migranti e’ in corso, il commissario ha anche annunciato che “la prossima settimana Frontex discutera’ con le autorita’ italiane e quelle degli altri stati coinvolti” nell’operazione, in tutto 26, “sul piano operativo di Triton”.

La “regionalizzazione” delle operazioni di salvataggio proposta dall’Italia attraverso la modifica del mandato della missione Triton “rischia di tradursi in un fattore di richiamo (pull factor in inglese, ndr) che vogliamo evitare”. E’ quanto riferiscono fonti diplomatiche tedesche mentre e’ in corso la riunione del Consiglio Affari Interni sull’immigrazione, commentando il mancato sostegno del ministro Thomas De Maizie’re alla proposta italiana. “C’e’ bisogno di un maggiore controllo nel Mediterraneo, non certo di maggiori divisioni”, sottolinea la fonte.

“Quando ci si occupa di un tema e’ bene non farlo in modo approssimativo, perche’ i piani oprativi che riguardano sia Triton che Sophia prevedono esattamente che il coordinamento di tutti gli sbarchi e’ deciso dal centro di Roma e che devono avvenire in Italia. Questo non e’ un segreto di stato, salvo che quando ci si occupa di un tema in modo approssimativo non si guardano i documenti, ma questo e’ esattamente quello che e’ successo”. Lo ha detto Emma Bonino a Radio Radicale. “Tanto e’ vero- ha proseguito Bonino- che il ministro Minniti chiedera’ di rivedere i piani operativi, in particolare quello che riguarda Sophia, che stabilisce che il coordinamento di tutti gli sbarchi e’ fatto dal centro di Roma e che gli sbarchi debbono avvenire in Italia, facendosi responsabile anche della zona di search and rescue non solo quella di competenza dell’Italia, ma anche quella decisa e stabilita da Malta. Francamente non c’e’ alcun accordo indicibile”. “Riccardo Magi di Radicali Italiani e la Comunita’ di Sant’Egidio hanno fatto un’altra proposta all’interno della legalito’ dell’Unione Europa- ha proseguito Bonino- e cioe’ l’applicazione della direttiva 55 del 2001, usata anche ai tempi del 2011 del grande esodo dalla Tunisia, che prevede i permessi umanitari temporanei di 6 mesi, rinnovabili ad un anno e che danno a queste persone la possibilita’ che un paese dia dei permessi umanitari tempoeranei che quindi l’accolgano sul territorio italiano e che sono validi in tutti Europa”. “Ma la strada vera da accogliere e’ quella della integrazione dei 500mila cosiddetti clandesini presenti gia’ in Italia- ha concluso Bonino- che e’ il senso della raccolta firme che portiamo avanti (come Radicali Italiani, n.d.r.) con moltissimi operatori del settore, molte Ong, molti sindaci, campagna che si chiama ‘Ero staniero’ e che e’ la strada di legalizzazione in base al lavoro, che aiuterebbe nel senso della sicurezza e della legalita’, un modo ordinato e umano di gestire questo problema”.

Da Tallinn “arrivano buone notizie sul codice di regolamentazione delle ong e l’approccio unanime sulla Libia. Sono due buone NOTIZIE”. E’ quanto ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano alla conferenza stampa alla Farnesina sul forum ministeriale sui paesi di transito dei migranti, rispondendo ad una domanda sulla riunione dei ministri degli Interni Ue in corso nella capitale estone.

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