Viva le lettere ai giornali e viva i giornalisti che le pubblicano

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Chi me lo fa fare? La fatica per scrivere un libro non è proporzionata alla soddisfazione che ho di vederlo pubblicato. Grande soddisfazione la prima volta per il primo libro, quando l’ho visto nelle librerie, poi la delusione di apprendere che ben poche persone lo avevano acquistato e quindi letto. Un po’ di soddisfazione la seconda volta e poi l’immancabile delusione… e la terza e poi… e la quarta… E infine il mio bravo ultimo editore Francesco Bogliari (Mind Edizioni, Milano) mi fa pure sapere che ormai pubblica solo libri commerciali.

Niente saggi su argomenti religiosi, soprattutto se controcorrente. E così mi sono detto basta, niente più libri, niente più fatiche. Mi diverto di più a scrivere brevi articoli qua e là su siti internet, e una valanga di lettere ai giornali. Ma sì, queste mi hanno dato più soddisfazione dei libri. Mi hanno scritto in tanti, mi hanno fatto bei complimenti.  La fruttivendola di cui parlai un anno fa in una lettera, la fruttivendola colta, che parla in buon italiano, ancora oggi mi tratta con gratitudine ed è sempre sorridente. E che dire della sarta sulla quale pure scrissi una lettera?

Mi saluta sempre col gesto della mano e mi sorride  da dietro la vetrina, quando passo davanti al negozio. I sorrisi sono importanti. E il caffè macchiato, buono, cremoso, abbondante, non è forse il compenso per una  letterina sul giornale riguardo alla cortesia e alla grazia di una giovane barista? Insomma: viva le lettere ai giornali e viva i giornalisti che le pubblicano.

Renato Pierri

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