Consip: Capitano Ultimo via dai Servizi, torna nell’Arma insieme ad altri 2

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​’NOSTRO OPERATO SEMPRE CORRETTO’

Il capitano Ultimo e altri 20 elementi transitati dai Carabinieri ai servizi segreti sono stati “restituiti” all’Arma. Il provvedimento sarebbe legato alla vicenda Consip e al fatto che alcuni elementi ex Noe, transitati ai servizi segreti, avrebbero continuato a collaborare alle indagini fatte da alcuni loro colleghi. “Il tutto a totale insaputa dei vertici dei servizi”. Ma il capitano precisa: e’ stata una “autonoma decisione” di rientrare nell’Arma, per evitare “strumentalizzazioni sul nostro operato, sempre corretto” e tutelare sia i Servizi che i Carabinieri, dopo le “insinuazioni e le manipolazioni della realta’” fatte dai media.

Il ‘Capitano Ultimo‘ e i suoi uomini, transitati dal Noe ai Servizi segreti, rispediti nell’Arma dei Carabinieri. Avrebbero continuato a collaborare alle indagini sulla Consip, senza averne alcun titolo e senza che i loro superiori ne fossero minimamente informati. E’ un nuovo colpo di scena, clamoroso, quello che si e’ consumato nelle ultime ore e che ruota, ancora una volta, attorno alla maxi-inchiesta sulla centrale di acquisti della Pubblica amministrazione. La notizia, confermata dai vertici dell’intelligence, e’ che il colonnello Sergio de Caprio – il capitano Ultimo che arresto’ Toto’ Riina – ed altri 20 Carabinieri passati ai servizi segreti, sono stati “restituiti” all’Arma, su loro richiesta. Il provvedimento sarebbe appunto legato alla vicenda Consip e al fatto che questi militari, ex Noe, avrebbero continuato ad occuparsi delle indagini fatte da alcuni loro colleghi. “Il tutto – viene sottolineato – a totale insaputa dei vertici dei servizi”, che hanno ‘restituito’ all’Arma i Carabinieri in questione essendo “venuto meno il rapporto di fiducia”.

Il capitano Ultimo– che insieme a Henry John Woodcock, il pm di Napoli che ha avviato l’inchiesta Consip, si e’ occupato di molte indagini riguardanti mazzette ed appalti – respinge pero’ tutte le accuse e rivendica la correttezza del suo operato e di quello dei suoi uomini. Mai fatto indagini che non gli competevano, afferma. La decisione di rientrare nell’Arma e’ stata presa in modo “autonomo e consapevole” in seguito a quelle che definisce “reiterate e diffuse insinuazioni e manipolazioni della realta’” apparse sulla stampa. Tutto cio’, “al fine di evitare strumentalizzazioni da parte di chiunque sul nostro operato, sempre corretto” e “per tutelare l’integrita’ dell’ Aise (il servizio segreto esterno) nella sua interezza e per l’amore che ci lega all’Arma deiCarabinieri“. E poi avverte: “da a questo momento diamo mandato ai nostri legali di affrontare le strumentalizzazioni e le insinuazioni che vengono diffuse, nelle sedi piu’ opportune”.

Sulla vicenda c’e’ riserbo. Dal comando generale dell’Arma nessun commento, ma e’ molto probabile che il collegamento tra i Carabinieri del Noe originariamente titolari dell’inchiesta Consip (delega poi tolta dalla procura di Roma) e i loro ex colleghi transitati nei Servizi, sia quel capitano Gianpaolo Scafarto finito nell’indagine perche’ sospettato di aver falsificato le carte ‘forzando’ le accuse nei confronti della famiglia Renzi. Scafarto, infatti – oltre ad essere accusato di avere falsamente attribuito all’imprenditore Alfredo Romeo, arrestato per corruzione, una frase intercettata relativa ad un incontro con Tiziano Renzi – avrebbe anche accreditato la presenza di uomini dei servizi segreti nel corso delle indagini, circostanza risultata non vera. Ma, soprattutto, e’ stato di recente indagato per rivelazione del segreto istruttorio: secondo l’accusa avrebbe fatto delle ‘soffiate’ sull’andamento delle indagini – nell’agosto 2016 e nel marzo di quest’anno – a due marescialli, due ex Noe, passati all’Aise. Due degli uomini dei servizi segreti che, insieme al Capitano Ultimo, sono stati ‘restituiti’ all’Arma dei Carabinieri. Di sicuro Scafarto e Ultimo si conoscono ed hanno per diverso tempo lavorato insieme, quando De Caprio era vicecomandante del Noe. Posto che poi ha lasciato, per passare all’Aise, dopo che gli furono revocati i compiti operativi nell’ambito di una riorganizzazione complessiva dei vari reparti speciali dell’Arma e dopo l’uscita della famosa intercettazione del Noe tra Matteo Renzi e il generale della Gdf Michele Adinolfi. E Scafarto non e’ l’unico ufficiale del Noe finito nei guai per la vicenda Consip: anche il colonnello Alessandro Sessa, suo diretto superiore, e’ indagato dalla procura di Roma. L’accusa e’ di depistaggio. E’ stato un messaggio inviatogli da Scafarto, il 9 agosto 2016, ad aver determinato il suo coinvolgimento nell’inchiesta: “Signor colonnello – e’ scritto – sono due giorni che io penso continuamente a queste intercettazioni e alla difficolta’ di portare avanti queste indagini con serenita’. Credo sia stato un errore parlare di tutto col capo attuale e continuare a farlo. La situazione potrebbe precipitare con la fuga di notizie”.

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