Migranti: Msf, proseguiamo ma se ce lo chiedono andiamo via

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Da introduzione del Codice, navi Msf hanno soccorso 144 persone

935 migrants disembarked from Vos Prudence’s ship of Medecins Sans Frontières (MSF) at Salerno’s Harbour, 14 July 2017.ANSA/CESARE ABBATE

(ANSAmed) – ROMA – Le navi di Medici senza Frontiere Vos Prudence e Aquarius “proseguono con i salvataggi in mare e i trasbordi chiesti dalla Guardia costiera di Roma e in totale coordinamento con loro”: lo dice all’ANSA Loris De Filippi, presidente di Msf Italia, organizzazione medico-umanitaria che non ha firmato il Codice di condotta per le ong che fanno salvataggi nel Mediterraneo predisposto dal Governo italiano.

Codice che prevede che chi non aderisce non possa proseguire nei soccorsi. “Finora non abbiamo avuto nessuna comunicazione – precisa – ma se ci dicono di fermarci, andremo altrove”.

Premesso che “rispetto alla legge marittima non siamo in contraddizione”, De Filippi ammette che invece “rispetto al Codice siamo fuori dal cosiddetto sistema, ma continuiamo a portare soccorso attendendo chiarimenti da Viminale e Guardia costiera. Sarebbe gravissimo mancare al nostro dovere. Ma non c’è alcun atteggiamento di sfida rispetto alle istituzioni, tutt’altro”. Dal 31 luglio, quando ha rifiutato di firmare il Codice, Msf ha soccorso 144 persone. “Abbiamo sempre mantenuto un rapporto rispettoso – prosegue De Filippi – solo che su un paio di punti del Codice, come si sa, siamo in grande disaccordo. E su uno dei due punti, cioè il divieto di trasbordo, la prassi ci dà ragione. Infatti continuano, coordinati dalla Guardia costiera italiana, sono necessari per rendere efficiente il soccorso”.

Le navi di Msf, Aquarius e Vos Prudence, stazionano a 25 miglia dalla coste libiche, in zona Sar (Search and rescue). Il 1 agosto la Aquarius ha soccorso 17 migranti, che sono stati poi trasbordati “dietro richiesta della Mrcc di Roma” sulla Vos Hestia di Save the Children per essere portati in Italia. La Prudence ha soccorso ieri 127 persone (102 uomini, 19 donne di cui due incinte e 6 bambini) che sono ancora a bordo della nave, in attesa di ordini da Roma.

“E vero che ora c’è un codice – puntualizza De Filippi – ma prima non c’era l’anarchia. E se una ong probabilmente ha avuto comportamenti scorretti, finora la gran parte delle organizzazioni si è comportata rispettando le consegne. Nel 99% dei casi tutto è andato come doveva andare, anzi le ong oggi tanto vilipese hanno salvato migliaia di persone, 69mila solo Msf. Le critiche spesso sono pretestuose”. Sul caso Iuventa, “speriamo si faccia presto chiarezza. Però occorre ricordarsi, se non c’è dolo, che in alcuni casi l’eccesso di zelo da parte delle ong è finalizzato a salvare vite non a lucrare.

Infiltrati a bordo delle navi delle ong per individuare comportamenti scorretti come sembra sia successo nel caso della Iuventa? “Nessuno può escludere che anche sulle nostre navi possa esserci polizia sotto copertura. In una situazione in cui si tenta di fermare i flussi e fare chiarezza, potrebbe succedere. E’ importante fare attenzione nel reclutamento del personale, noi stiamo molto attenti”.

Le nostre navi attendono possibili nuovi arrivi in zona Sar, per poi rientrare quando la Mrcc lo deciderà. Per il momento credo possa esistere situazione in cui c’è uno spazio di soccorso governativo e un sistema di soccorso non governativo, d’intesa con la Guardia costiera, che consenta a tutti di fare il proprio lavoro. Se c’è la volontà si può fare. L’importante per noi è tenere separati i due aspetti, quello umanitario da quello più prettamente politico e militare. Se non ci sarà più possibilità di operare perche ci sarà vietato, come al solito faremo altro, andremo dove c’è bisogno. Faremo altre scelte” conclude. (ANSAmed).

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