Zaia e Maroni <foto di repertorio)
VENEZIA – “Non credo sia giusto che un Tribunale abbia l’ultima parola su una vita, soprattutto su quella di un bambino di neppure un anno, che non ha potuto fare il testamento biologico e che quindi è completamente in mano ai genitori per quanto attiene alla decisioni sulla sua vita”.
Lo afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, sentito dall’ANSA sul caso del piccolo Charlie Gard, il neonato di 10 mesi a cui oggi i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra staccano la spina per una rara malattia che ritengono incurabile. “Ho seguito questo caso soltanto giornalisticamente – spiega Zaia -, e su questa base restituisco un giudizio. Da qualsiasi punto di vista si osservi quanto accaduto, mi pare tuttavia che un genitore abbia tutto il diritto di tentare l’impossibile per salvare un figlio. Anche un viaggio della speranza, per quanto inutile, per quanto assurdo, non può essere negato.
In Veneto, tutto questo non sarebbe accaduto”. “Quale genitore – si chiede – rinuncerebbe alla possibilità di imboccare un percorso di salvezza per il proprio figlio, anche se questa opportunità fosse infinitesimale, disperata, drammaticamente legata a un filo? Si può sterilizzare un atto d’amore in una sentenza?”. “Nessun Tribunale – conclude – dovrebbe mettersi in mezzo in una situazione del genere, ma lasciare che i genitori decidano, nell’ambito della legge, cosa è bene e cosa è male…”.