Nel 2006, il libro dello scrittore russo Vladimir Sorokin “La giornata di un oprichnik”, quando è stato pubblicato e tradotto in inglese è stato intitolato “Day Guardsmen”, in Svezia invece, è stato chiamato “Al servizio della Santa Russia”, facendogli perdere il significato del titolo originale e anche il riferimento alla storia di “Un giorno di Ivan Denisovich” di Solzhenitsyn , il germe, da cui poi esploderà la descrizione dei Gulag.
Come Solzhenitsyn, Sorokin, attraverso le osservazioni e le azioni di un uomo durante una giornata ordinaria, racconta l’esistenza di un sistema grottesco – l’oprichnik. Nel romanzo, il lettore vede un normale giorno lavorativo di un pubblico funzionario, Andrei Danilovich nell’inverno del 2027. Il suo lavoro? Uccidere, stuprare e predare: oprichnik. Sorokina Russia – corrotta, brutale e selvaggia. Intorno al funzionario è stata costruita una muraglia che separa il suo paese dal mondo esterno che, in senso letterale e figurativo, è governato da un autocrate che gode di un potere illimitato – lo aiutano Dio e le sue guardie.

Quando il libro è uscito è stato classificato come una distopia o una satira alla Russia contemporanea, ma nel corso del tempo ha cominciato ad apparire sempre più profetico – per esempio, nel 2027, secondo Sorokin, la Crimea avrebbe fatto parte della Russia. Ora lo sappiamo, ma è successo nel 2014. Recentemente, da quando il regime di Putin ha iniziato ad essere analizzato dai suoi sostenitori e avversari, i riferimenti a oprichnik stanno diventando sempre più comuni. Allora, qual è questo concetto ?
Parlando schematicamente, l’oprichnik – uno stato-parassita – dove lo stato iniziale (“zemshchina”) – un animale su cui vive il parassita. La funzione primaria dell’oprichnik è di garantire la fedeltà dell’élite e di proteggere il sistema dai nemici interni. Le nuove élite elette – guardie che non hanno niente a che fare con le vecchie strutture di potere – sono esenti da ogni responsabilità, ricevono poteri straordinari e hanno accesso a tutte le ricchezze; in cambio, questa élite deve essere assolutamente fedele al governante e distruggere tutti i movimenti di opposizione, indipendentemente da ciò che dicono, affermano e fanno. Lo status di oprichnik, la ricchezza e la vita, tuttavia, dipendono solo dalla buona volontà del capo, e al suo segnale tutto può essere fermato immediatamente.

Il prologo alla storica oprichnina degli anni 1565-1572, forse è stato il più terribile esperimento statale legale della storia, ed è iniziato il 3 dicembre 1564, quando Ivan IV (il terribile) abbandonò il trono. Con grande sorpresa degli abitanti, ha lasciato Mosca insieme con tutta la sua famiglia. Eh orrore! Ivan ha abilmente giocato con la paura di un possibile caos: molto presto varie delegazioni delle classi sociali, si sono recate presso di lui manifestandogli fedeltà e pregandolo di tornare al consiglio di stato.
Ivan, che si era ritirato nella sua tenuta di Alexandrov Sloboda, si lasciò persuadere; ma non senza condizioni. Ha richiesto e ricevuto il mandato, il che significava che le leggi, la religione, le tradizioni – erano tutte sotto la sua autorità. Ivan in pratica ha fatto un colpo di stato ed ha presentato un’altra esigenza – avere la propria oprichnina. Il termine può essere tradotto come “separato”, “speciale” e nel medioevo in più significava un distinguo per le nobili vedove, mentre il resto delle ricchezze venivano distribuite ai figli del defunto. Nei suoi requisiti Ivan divise il paese in due parti: l’oprichnina e la zemshchina.

L’oprichnina ricevette il comando e un esercito, che si riferiva direttamente a Ivan il terribile come se fosse una sua proprietà; la Chiesa, così come la parte principale dell’esercito, appartenevano alla zemshchina, che hanno conservato l’antica struttura ed erano controllati dai boyar [membri dell’alta società] di Mosca, che erano anche i responsabili davanti al re. La oprichnina sovrastava i più ricchi pezzi di terra della città e il commercio più redditizio, e per finanziarla, i domini erano soggetti a devastazioni e dure imposizioni.

Sul perché Ivan avesse avviato l’oprichnina, è una questione controversa, ma non c’è dubbio che fosse stato un potente strumento di terrore. Non ci sono rappresentazioni affidabili di quante persone possano essere state uccise, ma alcune ben descrivono l’evento oprichnina che si è verificato a Mosca il 25 luglio 1570, in cui si dà un’idea di come fosse stata familiare la violenza e su che scala: c’è stata un’orgia di quattro ore nella quale le guardie ubriache si rivoltavano nel sangue. Durante l’evento sono state uccise nei modi più brutali 116 persone, tra cui donne e bambini: uno è stato impalato, a qualcuno sono state estratte le costole, ad altri è stata tolta la pelle mentre era ancora in vita. Alla fine della “festa”, il re tagliò personalmente la gola di un uomo malato, dopo averlo pugnalato più volte con una lancia e una spada.

Come un teatro nomade, Ivan con le sue guardie ha viaggiato per tutto il paese e, come “ouverture” dava dimostrazioni con prestazioni patologiche: per primi uccideva i membri della vecchia aristocrazia. Anche se a volte ne soffriva tutta la città. L’esempio più sorprendente è il massacro degli abitanti di Novgorod nel 1570, che alla fine ha interrotto il fiorente commercio della Repubblica. Lo scoppio della violenza durante l’oprichnina era in gran parte una conseguenza della tendenza alla paranoia di Ivan, ma anche una manifestazione politica. Sembra che le esecuzioni e la violenza fossero continue dimostrazioni verso lui stesso e l’ambiente che lo circondava che lui fosse al di sopra di qualsiasi regola imposta dagli esseri umani, sia scritta, che non scritta. Ad un certo punto, nel 1572, la oprichnina ha cessato di esistere, ma è chiaro che non è rimasto nessun documento. La doppia amministrazione del paese è stata abolita e l’esercito è stato nuovamente riunito. La maggior parte di coloro che erano in carcere sono stati rilasciati e hanno ricevuto in restituzione le loro proprietà.
Il primo regno di Ivan è stato caratterizzato da riforme, prosperità economica ed espansione territoriale – in molti modi, ha stabilito la Fondazione dell’Impero che è apparso in seguito. Ma l’oprichnina ha quasi schiacciato il progetto dell’impero russo ancora al suo germoglio: il terrore e la sofferenza avevano devastato per generazioni il paese economicamente, moralmente e socialmente. Nonostante ciò, l’oprichnina è diventata un modello per i futuri governanti che volevano risolvere i loro problemi; il primo che mi viene in mente, ovviamente, è Joseph Stalin.
L’entourage di Stalin, vista la somiglianza tra i complessi rapporti con i nobili e le proprie strette relazioni con i leader del partito comunista, ha testimoniato d’aver avuto spesse volte un rapporto storico con Ivan. E, mentre Stalin ed Ivan erano ossessionati dall’idea di pulire il paese dai nemici interni – “nemici del popolo” e “traditori”, rispettivamente – entrambi, sostenendo rispettivamente la purezza del NKVD e dei guardiani, avevano i loro lavoratori di élite.

Nel 2012 è stato organizzato dal “club Izborsky”, un think tank e un luogo di incontro per i sostenitori dell’euroazionalismo. Questa ideologia ultra-conservatrice con i sovrani messianici suggerisce che, contrariamente alle dottrine occidentali e in particolare al liberalismo e alla democrazia, la Russia deve essere ripristinata sotto forma di Impero basato sul paese e rivendicare il proprio destino.
Uno dei fondatori del club, lo storico Andrei Fursov, è un russo che descrive la storia come un movimento di eterno pendolo tra l’oprichnina e il tempo dei guai (caos), di cui l’ultimo esempio è quello di Yeltsin nel 1990. Crede che il concetto di oprichnina sia e rimanga la condizione per la modernizzazione della Russia.

Il sociologo Alexander Dugin, il primo rappresentante dell’euroazionalismo, anche se comunemente è stato definito l’ideologo non ufficiale del Cremlino, critica l’attuale sistema. Egli vede nella Russia un’omissione corrotta e incompetente, ecco perché vuole un cambiamento. Dal momento che le elezioni democratiche e lo stato di diritto sono un’idea occidentale, Dugin per rilanciare il sistema, raccomanda di introdurre una nuova oprichnina. E, dai ranghi dello spettro politico dell’opposizione, molti sostengono che sia un dato di fatto.
Putin ha iniziato il suo cammino nel ruolo di presidente riunendo un gruppo di collaboratori fedeli, con cui ha potuto eliminare quelle strutture di potere e formare un nuovo sistema. Questa élite ha ottenuto una grande libertà senza responsabilità e il diritto di utilizzare le risorse accumulate del popolo russo come se fosse un personale bancomat senza limiti di spesa – oggi molti dei vecchi colleghi e conoscenti di Putin sono tra le persone più ricche della Russia.

Prima di tutto, nutrita di petrolio, l’economia russa è da tempo in stato di anoressia e di carenza di vitamine, come conseguenze di una dieta unilaterale. E, quando il regime non ha più potuto basare la propria legittimità sulla crescente ricchezza, la Russia è entrata in uno stadio di mobilitazione.
Il Cremlino ha scavato nel mucchio della spazzatura storica del paese ed ha tirato fuori vari artefatti. La Russia ancora una volta è minacciata all’interno dalla “quinta colonna”, “agenti stranieri” e i paesi occidentali stanno cospirando per schiacciare il paese – una narrazione che rende attualissimi Ivan il Terribile e Stalin. L’anno scorso la Guardia Nazionale di 400 mila persone è stata posta sotto il controllo diretto di Putin e in tal caso ha anche firmato un decreto che dà al comandante della guardia nazionale il diritto di disporre dell’esercito. Questa legge assicura Putin da un colpo contro il suo regime.
Ovviamente, l’analogia tra i casi patologicamente accentrati, afferma un paranoico desotto del XVI secolo, anche se la Russia moderna può essere condotta solo fino ad un certo limite, soprattutto considerando che non è entrata nel rango di stato dove si utilizza l’istituto del terrore come con Ivan e Stalin.

Ma l’ideologia politica con radici che raggiungono il giovane stato di Mosca, al quale Ivan ha rivolto il paradigma russo, rimane una costante nella storia russa. Egli ha sostenuto che il leader come persona – debba essere il garante della stabilità piuttosto che avere forti istituzioni statali, e ciò significa che i diritti, i doveri, le sanzioni, i premi e i beni devono essere governati da lui, non dalle leggi o da altre strutture ufficiali. Ivan, abbinandoli al tradimento ed affrontandoli di conseguenza, ha soppresso ogni critica contro un tale ordine.

È questo concetto – più che quello di Marx che ha formato l’Unione Sovietica, e allo stesso modo, continua a modellare la Russia di oggi.

 Gabrielis Bedris