E’ morto il giurista e avvocato Guido Rossi

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​DA PRESIDENTE CONSOB A COMMISSARIO FIGC DOPO CALCIOPOLI

E’ morto ad 86 anni il giurista e avvocato Guido Rossi. E’ stato tra l’altro presidente Consob (tra il 1981 e il 1982), senatore dal 1987 al 1992 (indipendente eletto tra le liste Pci), due volte presidente Telecom Italia, e commissario della Federazione Italiana Gioco Calcio dopo lo scandalo Calciopoli (2006). Ha presieduto Ferfin-Montedison guidandone il risanamento dopo i Ferruzzi. Padre delle leggi italiane antitrust e sulle scalate societarie, e’ stato anche docente in diverse universita’ italiane.

Giurista, avvocato, docente universitario. Ma anche manager e senatore. Nella biografia di GuidoRossi, scomparso oggi a 86 anni, si può leggere la trasformazione delle regole del funzionamento del mercato negli ultimi 40 anni ma anche i cambiamenti nell’assetto del capitalismo italiano. E’ stato il padre della normativa antitrust e primo presidente della Consob (su volontà di Beniamino Andreatta) da cui si dimise polemicamente con la Banca d’Italia sulla gestione del caso Calvi-Ambrosiano. Poco dopo però è sempre Rossi che presenta per conto della Gemina l’offerta di acquisto per la Rizzoli ad un prezzo quasi simbolico. Come accademico (autore di diversi saggi) e civil servant (è stato senatore eletto nelle liste indipendenti del Pci nella decima legislatura) Guido Rossi ha sempre manifestato una particolare attenzione al funzionamento del mercato. Famoso polemista, negli anni ha rivolto dure critiche ai mercati, non solo quello italiano. Critiche indirizzate al concreto operare del mercato. E tra i molti temi affrontati da Guido Rossi, forse il punto che li accomuna è stato l’impegno profuso nel contrastare le rendite di posizione. Determinante il suo contributo alla scrittura della legge Antitrust alla fine degli anni ’80, e paladino della regolazione dell’insider trading.

Un altro esempio è l’avversione storica di Guido Rossi alle norme e misure antiscalate. La contendibilità delle imprese è stata sempre un valore per il giurista che alcuni anni fa in una intervista decretò il fallimento della Legge Draghi sull’opa. E’ stato tra i critici più lucidi nei confronti della retorica della difesa dell’italianità delle imprese e nemico storico dei patti di sindacato. Ma da avvocato e consulente Guido Rossi, che a Milano viveva nello stesso codominio di Umberto Eco, ha partecipato a molti dei principali fatti e contese imprenditoriali con un rapporto contrastato con Mediobanca di Enrico Cuccia.Rossi entra nell’orbita dell’istituto quando è presidente Adolfo Tino, che rimane folgorato dagli scritti del giovane avvocato. Rossi è spesso critico con Mediobanca ma alla fine degli anni ’80 è lui chiamato a difendere le ragioni dell’istituto quando emerge l’esistenza del patto di sindacato tra le banche ed i soci privati. Rossi rappresenta poi la Cir quando scoppia la guerra di Segrate tra De Benedetti-Scalfari e la Fininvest di Berlusconi. E’ critico nei confronti del crescente potere delle banche, ma è sempre lui che fa da consulente per la maxi fusione tra Sanpaolo e Banca Imi con parcelle da capogiro. E’ a Guido Rossi che si rivolgono i pattisti di Rcs per una interpretazione del patto ai tempi del tentativo di scalata di Ricucci e dei ‘furbetti del quartierino’. Nell’estate delle scalate bancarie è con Abn Amro per l’acquisizione di Antonveneta.

Rapporti contrastati anche con la sinistra politica. Da indipendente si limita a un solo mandato di senatore. Diventa presidente della Telecom da privatizzare sostituendo Ernesto Pascale. Ma dura poco, se ne va dopo appena dieci mesi per contrasti sulla governance. Ma è al fianco di Franco Bernabé e contro mediobanca nel contrastare la madre di tutte le scalate alla Telecom. Colaninno e la cordata dei bresciani sostenuti da Mediobanca avranno la meglio. Mediobanca prima lo aveva chiamato a guidare il gruppo Ferfin Montedison dopo il crac della famiglia Ferruzzi. Tifoso interista, è stato per qualche anno anche nel cda della società, viene nominato commissario della Figc quando espliode calciopoli. Alza la coppa del Mondo a Berlino nel 2006 dopo aver assegnato lo scudetto all’Inter scucendolo dalle maglie della Juventus. Nel settembre delllo stesso anno diventa di nuovo presidente di Teelecom Italia al posto del dimissionario Tronchetti Provera ma lascia nell’aprile dell’anno successivo. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Pavia nel 1953, ha conseguito nel 1954 il Master of Laws all’Università di Harvard. E’ stato docente universitario di Diritto commerciale e di Diritto privato comparato a Trieste, Venezia, Pavia e Milano.

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