“Dall’Italia a Samarcanda, sulla via della musica”

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Di

di Vittorio Giorgi

Console onorario della Repubblica dell’Uzbekistan in Caserta per la Campania e il Molise

Per secoli crocevia di popoli e culture, era uno dei centri più importanti sull’antica Via della Seta. Parliamo di Samarcanda, la “Perla dell’Oriente”, la città senza tempo che si lascia oggi ammirare da visitatori di tutto il mondo. Oggi, quella centralità culturale Samarcanda la rivive ogni due anni, in occasione dello Sharq taronalari” (Melodie d’Oriente), Festival internazionale della musica etnica organizzato dal Governo locale col patrocinio dei Ministeri della Cultura e degli Affari Esteri dell’Uzbekistan e dell’UNESCO, a cui partecipano gruppi musicali provenienti da 50 Paesi del mondo. A fine agosto si svolgerà la 11ma edizione e l’Italia sarà rappresentata dai NANTISCIA: Annalisa Messina (voce), Ferdinando Ghidelli (chitarra e pedal steel), Peppe Vertaldi (batteria), Donato Tartaglione (contrabasso), Ubaldo Tartaglione (chitarra e mandolino), Pina Valentino (percussioni), Almerigo Pota (flicorno) e Luciano Pesce (tastiere).  Un gruppo di talentuosi artisti di Caserta, con grande esperienza sul palco, prodotti da Andrea Aragosa etichetta “Black Tarantella” e selezionati dal Comitato organizzatore del Festival tra vari candidati. La musica etnica vuole oggi trasmettere le antiche tradizioni culturali ed identitarie del territorio, miscelate con elementi innovativi. Può quindi essere considerata una musica “tridimensionale”, dato che rappresenta i tre livelli del territorio “locale, regionale e nazionale” ed è protesa sul palcoscenico internazionale. Da Caserta a Samarcanda, dall’Italia all’Uzbekistan. Dal Mediterraneo all’Asia centrale. Dalla meravigliosa Reggia Borbonica all’incantevole Piazza Registan, dalla Via Sannitica alla Via della Seta. La musica etnica dei NANTISCIA (il nome è l’anagramma di Sannitica, la strada voluta da Re Carlo di Borbone per collegare Termoli a Napoli) è anche un ponte per far conoscere due città Siti UNESCO e due Paesi con grandi ricchezze culturali e potenzialità turistiche. Una delle loro canzoni più belle,  “N’trezziannno culure” è dedicata proprio alla tessitura della seta fatta con gli antichi telai di San Leucio.

Immaginari spettatori di questo Festival e del gruppo casertano saranno i Re Carlo e Ferdinando IV di Borbone con le rispettive consorti Maria Amalia e Maria Carolina, insieme a Tamerlano, fondatore dell’Impero Timuride (XIV sec.) che ebbe in Samarcanda la capitale ed Alessandro Magno con Roxane. Il re macedone, quando nel IV sec. a.C. conquistò le antiche provincie persiane di Sogdiana e Battriana, corrispondenti all’attuale Uzbekistan, fu rapito non solo dalla bellezza di Samarcanda ma anche della figlia di un principe locale. La scena del loro matrimonio venne, poi, dipinta dall’artista Mariano Rossi sulla volta della “Sala di Alessandro” nella Reggia di Caserta. Altri ospiti speciali, Antonio Vivaldi, il grande compositore, autore del “Tamerlano” e Marco Polo che visitò e descrisse questa città nel suo “Milione”.

Nel 2017 i due Paesi festeggiano i 25 anni delle loro relazioni diplomatiche. Legami ideali e materiali si intrecciano, come fili di seta, tra l’Uzbekistan e le sue antiche città di Samarcanda, Bukhara, Khiva e Shakhrisabz (Siti UNESCO) da un lato, e dall’altro l’Italia, la Campania e Caserta con i suoi tre gioielli: la Reggia, il Complesso Monumentale del Belvedere Reale di San Leucio (Siti UNESCO) e l’incantevole Borgo Medievale di Casertavecchia (Monumento Nazionale). Per chi sa guardare il mondo con gli occhi dello stupore, l’ultima parola è una grande Emozione.

 

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