Il Brasile di Temer disbosca una riserva naturale grande come Lombardia, Veneto e Friuli

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BRASILE – Quando si parla di deforestazione in Brasile, l’immaginazione corre verso l’Amazzonia e le (parziali) tutele di cui ha goduto negli ultimi 15 anni. Contrordine. Il governo di Michel Temer ora ha ribaltato il paradigma con l’annuncio di una deforestazione enorme, quella di una riserva naturale creata nel 1984. Le enormi dimensioni, 46mila chilometri quadrati, equivalenti a Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, saranno destinate all’esplorazione di miniere di oro e altri minerali. Le regioni interessate sono quelle di Amapa e Para e la riserva è quella di Renca (National reserve of copper and associates).

Il decreto di Temer non lascia adito a dubbi, le operazioni partiranno entro breve. I ministeri competenti hanno rilasciato dichiarazioni mirate a rassicurare l’opinione pubblica: «Il governo di Temer ha l’obiettivo di attrarre investimenti, generare ricchezza e occupazione, mantenendo fermi i principi di sostenibilità».  Il senatore Randolfe Rodrigues, che milita in “Rede”, partito di opposizione, ha denunciato il decreto come il più grande attacco all’Amazzonia, da 50 anni a oggi. Mentre Mauricio Voivodic, uno dei leader del Wwf, ha spiegato che l’avvio delle riforme produrrà una esplosione demografica, deforestazione, distruzione di bacini idrici e perdita di biodiversità.

La tensione politica in Brasile rimane altissima. L’attuale presidente Temer è appena sfuggito, grazie a un voto parlamentare, a un processo per impeachment. In queste stesse settimane l’ex presidente Lula è tornato in campo. Durante un comizio elettorale a Sao Domingos, l’ex presidente del Brasile condannato in primo grado a 10 anni di reclusione per corruzione dopo la presa del potere di Temer, avvisa il suoi avversari: «Non so se sarò ancora candidato alla presidenza, sarà il popolo brasiliano a decidere se io sarò candidato o no». Lula, leader del Partito dei lavoratori, ha iniziato un tour in autobus di 20 città del nord-est del Brasile, la parte più povera del Paese in vista delle prossime presidenziali dell’ottobre 2018. Gran parte degli osservatori politici concordano nel prevedere la sua ri-candidatura e forse rielezione.

Un articolo di 

Fonte: Il sole 24 ore 

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