Girano mail fasulle, attenti a non abboccare

Attualità & Cronaca

Di

Si presentano con messaggi allarmanti tipo: “C’è una multa da pagare”, “Sul suo 730 sono state riscontrate incongruenze”, “Servono i dati per sistemare la sua pratica”. Cambiano le sfumature, ma non il tenore.

Da qualche giorno alcuni cittadini che si sono rivolti a Adiconsum hanno segnalato e-mail provenienti da Agenzia Entrate che richiedono collegamenti e fornitura di dati sensibili, minacciando sanzioni. «Si tratta di veri e propri tentativi di phishing – avverte Mina Busi, presidente dell’associazione dei consumatori bergamasca -. Uno stratagemma per indurre gli utenti a rivelare, con l’inganno, informazioni personali o finanziarie attraverso un’email o un sito web, ma sempre più spesso anche tramite messaggi in arrivo da applicazioni molto usate come Whatsapp o Facebook».

Un tipico attacco di phishing inizia con un messaggio di posta elettronica, un link che compare dal nulla in Facebook, o un banner pubblicitario in qualche applicazione molto usata dagli utenti. Si presenta quindi come una notifica ufficiale proveniente da una fonte attendibile e il messaggio invita a collegarsi a un sito web graficamente molto simile a quello originale e richiede di inserire alcune informazioni personali come, per esempio, il numero di conto corrente o la password. Queste informazioni vengono poi utilizzate per appropriarsi dell’identità di chi abbocca alla truffa.

Enti e società hanno segnalato la loro estraneità rispetto a tali comunicazioni. Peraltro l’Agenzia delle Entrate non chiede mai versamenti attraverso bonifici ma con modelli F23 e F24. Si tratta di email curate molto bene perché del tutto simili per logo e firma a quelle ufficiali. Il testo che i contribuenti stanno ricevendo è quello nel riquadro (clicca per ingrandirlo).

«Come si evince contiene riferimenti a numeri telefonici reali. Si fa accenno ad un debito e ad un numero di pratica, uguale per tutte le comunicazioni che i cittadini ci hanno segnalato, e viene comunicato che in caso di mancato pagamento si provvederà ad un addebito sul conto corrente – prosegue Mina Busi -. Procedure del tutto anomale rispetto all’operato dell’Agenzia ma che possono sortire effetto su cittadini fragili che hanno “timore” di sanzioni e aggravi di spese e magari si lasciano abbindolare pagando quanto richiesto. È importante non aprire né scaricare i file in allegato». La presidente di Adiconsum Bergamo conclude con un invito «a segnalare all’Agenzia tali comunicazioni oltre che alla Polizia Postale».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube