La legge per la Brexit passa ai comuni, May si salva

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​La Camera dei Comuni ha approvato questa notte la Great Repeal Bill, segnando il primo significativo passo nell’impervio cammino verso la Brexit. I deputati britannici hanno fatto passare con uno scarto più ampio del previsto la legge quadro che consentirà di cancellare l’European Communities Act del 1972, al momento di uscita del Regno unito dall’Ue, ponendo fine di fatto alla supremazia del diritto europeo nel Paese. La legge è stata approvata con 326 voti favorevoli e 290 contrari.

“Il Parlamento ha preso la decisione storica di sostenere la volontà del popolo britannico e di votare una legge che apporta certezza e chiarezza prima del nostro ritiro dall’Unione europea”, ha esultato il primo ministro Theresa May, in un comunicato. La nuova legge consentirà di trasferire nel diritto britannico – integralmente o in forma modificata – una gran parte delle leggi europee, un lavoro titanico che riguarda oltre 12.000 regolamenti europei attualmente applicabili nel Paese.

Molte norme Ue dovranno essere rimodulate con il trasferimento e il testo propone un utilizzo ampio dei cosiddetti “poteri di Enrico VII” che consentono ai ministri di emendare le leggi senza esame parlamentare. Secondo il portavoce per la Brexit del partito laburista Keir Starmer si tratta di un testo “fatalmente viziato” e “un affronto al Parlamento”. Il Regno unito resta diviso sulla Brexit e sabato migliaia di persone hanno marciato nel centro di Londra per chiedere l’abbandono dell’intero processo. La maggior parte dei deputati è però rassegnato all’uscita dalla Ue e l’ex ministro delle Finanze eurofilo, il conservatore Ken Clarke, ha detto che è “senza speranza” pensare che Londra resterà nell’Unione.

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