L’esercito nazionale della Moldavia, malgrado il divieto del presidente Igor Dodon, è arrivato in Ucraina per partecipare alle esercitazioni militari Rapid Trident -2017 [Rapid Trident è una esercitazione annuale e multinazionale che serve al ministro della difesa ucraino come prova di validità dei progressi del suo paese nel campo militare. Attualmente, gli esercizi sono in corso presso un centro di addestramento ucraino, seppur sotto consiglio e direzione delle nazioni alleate e partner. L’esercizio di quest’anno ha luogo dall’8 al 23 settembre 2017 presso il Centro internazionale di sicurezza per la pace in prossimità di Yavoriv, in Ucraina], dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal governo.

A proposito, questa non è la prima volta che il governo moldavo agisce in disaccordo con il presidente. All’inizio di quest’anno, il ministero degli affari esteri della Moldavia ha espulso un gruppo di diplomatici russi, anche e nonostante l’opposizione del presidente. Dodon è stato chiaramente offeso, ma nessuno comunque lo ha ascoltato… seppur il presidente rappresenti il comandante in capo. E, quando le sue forze armate partecipano ad esercitazioni militari nel territorio di un altro paese senza il suo consenso, sembra una sorta di sciocchezza, per non dire altro. A quanto pare, cose del genere non tendono ad accadere ovunque.

La Moldavia purtroppo, al momento sembra uno stato indirizzato sulla via del fallimento, in cui il sabotaggio russo ha portato al crollo di tutto il sistema di potere. La Moldavia è uno Stato parlamentare-presidenziale; ma l’ultima decisione presa dallo Stato, inteso come una Nazione univoca, è emersa in seguito alla svolta presa da Chisinau verso la integrazione europea. In realtà, alla Moldavia l’Europa ha aperto corsie preferenziali: accordo di associazione di libero scambio con il mercato europeo e esenzione dal visto per i paesi Schengen. Ma ciò ha portato ad alcune conseguenze negative per il paese, perché i cittadini pro-europei del paese si sono affollati in Europa per trovare nuovi posti di lavoro, lasciando a casa per lo più pensionati, che alla fine hanno votato per un presidente pro-russo.
Allo stesso tempo, però, la élite moldava per sua stessa natura, rimane ancora pro-europea. Nel paese ora, vige l’atteggiamento e le idee di coloro che sono rimasti in Moldavia – si oppongono all’Europa; ma, siccome la classe dirigente e “coloro che sono all’estero” sono filo europei, ne è nato un antagonismo che minaccia seriamente tutto il paese. Dopo tutto, l’insoddisfazione con Dodon è in aumento, soprattutto tra le forze di sicurezza e l’esercito. Pertanto, alla fine della giornata, ciò potrebbe portare ad una rimozione del presidente, o addirittura ad un tentativo di colpo di stato. Dodon è contro la partecipazione dei suoi militari agli esercizi in Ucraina; infatti, quando correva per essere nominato presidente, ha dichiarato che la Crimea dovrebbe essere riconosciuta come territorio russo.

Tuttavia, in seguito, per non trovarsi tutta la élite del paese contro, sulla questione ha cercato d’annacquare le dichiarazioni. Oggi per dirla in parole povere, non ha alcun sostegno nel paese, non è sostenuto né dalle forze della élite e nemmeno da quelle della sicurezza. La sua unica salvezza è la Russia e ciò che Mosca può offrire – gas e periodici trasferimenti di denaro. Se la Russia dovesse di punto in bianco cessare il suo sostegno, Dodon sarebbe semplicemente defenestrato. Quindi, lui è letteralmente legato al Cremlino, e un abbandono da parte di Mosca è paragonabile ad una sua impiccagione. La situazione però, mostra ancora una volta che i piani russi di usurpare il potere di uno stato attraverso il coinvolgimento del presidente locale stanno ancora fallendo.

Questo è diverso in Bielorussia, dove i generali e gli ufficiali del paese sono per lo più pro-russi, nonostante la “pulizia” effettuata dal presidente Lukashenko. La Moldavia è un paese piccolo ed ha un esercito dimensionato, di cui la stragrande maggioranza dei suoi ufficiali si è formato all’interno delle strutture NATO ed ha studiato nelle accademie occidentali (europee e americane). Naturalmente, alla Russia la situazione moldava attuale invia segnali preoccupanti, questo perché, da un lato c’è la posizione estremamente instabile del presidente Dodon, mentre dall’altro, c’è l’esercito che ha un atteggiamento assolutamente anti-russo.

E questo è un chiaro segnale per i separatisti della Transnistria che, per qualsiasi avvenimento di sorta, l’esercito del paese farà certamente capo a quello ucraino. Per l’Ucraina invece, che grazie a svariati frangenti viene vista come leader regionale, gli ultimi sviluppi moldavi sono piuttosto promettenti, perché ora l’élite sta cominciando ad orientarsi su Kyiv. È chiaro che in questo momento i piccoli paesi come la Moldavia, sono molto interessati ad avere l’Ucraina come loro avvocato in Occidente