Le linee del fronte tra l’esercito ucraino e le forze sostenute da Mosca nell’Ucraina orientale possono essere statiche, ma vedono frequenti e violenti combattimenti. La manovra diplomatica delle armi difensive letali statunitensi per Kyiv potrebbe rappresentare una aggravamento del conflitto, mentre la proposta di pace della Russia all’ONU, potrebbe essere solo una distrazione, più che una vera e propria soluzione.

Washington sta prendendo in considerazione la fornitura di armi difensive letali a Kyiv, scelta che sta preoccupando molti residenti dell’Ucraina orientale – e non solo i ribelli separatisti o i simpatizzanti pro-russi. “La maggior parte delle persone qui non si rende conto di ciò che queste armi in pratica possono significare; ma naturalmente sono spaventata”, mi ha riferito una dipendente del comune di Severodonetsk, una fedele a Kyiv. La città è stata il centro amministrativo per la regione di Lugansk, ma dal 2014 è caduta nelle mani delle forze ibride russe.

Un’altra nuova dimensione della lotta internazionale ucraina è la concorrenza di proposte di Mosca e di Kyiv per una nuova operazione di pace delle Nazioni Unite, che dovrebbe mantenere le forze armate internazionali nelle principali zone di conflitto del Donbas. Finora, tuttavia, non è chiaro se si tratta di schemi destinati a seminare confusione o se siano delle manovre realmente intese a condurre una separazione delle forze.
Non è noto nemmeno quali armi gli Stati Uniti potrebbero fornire all’Ucraina, anche se i rapporti dei media suggeriscono che potrebbe essere un pacchetto da 50 milioni di dollari di missili anti-carri Javelin, trasportabili a spalla. Il segretario alla difesa americano James Mattis, il 24 agosto, durante la sua visita a Kyiv, ha riconfermato il sostegno degli Usa all’integrità territoriale dell’Ucraina, un benvenuto segnale di sostegno, dopo le incertezze dei primi giorni dell’amministrazione di Trump. Allo stesso tempo, Mattis ha anche affermato che gli USA stavano esaminando la fornitura di armi letali. In ogni caso, l’approvazione del presidente Trump a qualsiasi accordo sugli armamenti, rappresenta un forte cambiamento di direzione dopo anni di rifiuto da parte dell’amministrazione Obama.

Il parere su quale impatto – militare e politico – potrebbe avere la decisione di fornire armi, è decisamente diviso. Gli scettici di questo dibattito altamente polarizzato non possono essere cancellati solo definendoli filo russi: la pressione militare e politica che un tale accordo di armi potrebbe fornire, è limitata. Ecco perché è ancora più importante considerare la situazione umanitaria sul terreno.

Difesa o aggiunta di petrolio sul fuoco?
In termini militari, quelli a favore affermano che l’arma è solamente difensiva e migliora le possibilità di Kyiv a respingere la continua aggressione russa in Ucraina orientale. Sostengono che il pacchetto di armi permetterebbe alle forze armate ucraine di affrontare con più fiducia la volatile situazione lungo la linea di separazione, e più ottimisticamente, affermano che la semplice presenza di tali armi potrebbe scoraggiare ogni tentativo da parte delle forze russe e separatiste di spostare la linea frontale e di acquisire più territorio. Il rappresentante speciale Usa per l’Ucraina, Kurt Volker, ha respinto categoricamente l’argomento dell’era Obama, che l’approvvigionamento di armi a Kyiv avrebbe probabilmente provocato un’escalation.

Coloro che si oppongono ad una tale mossa avvertono che la decisione potrebbe dare a Kyiv un piccolo vantaggio militare o una capacità di deterrenza. Innanzitutto, fanno riferimento alla situazione attuale sul terreno. Il conflitto è generalmente stabile: le posizioni lungo la linea di separazione sono statiche e nessuna delle due parti sta spingendo per avere più territorio, anche se, negli ultimi mesi, i lati si stanno spostando più in là, nella cosiddetta zona grigia. Ma ci sono ancora frequenti e pesanti scambi di fuoco, da far rivendicare ad entrambe le parti vittime militari e civili. Alcuni temono che questo stallo possa risolversi in un conflitto prolungato, come in altre controversie del quartiere russo. Ma la fornitura di armi letali potrebbe fare poco per cambiare la situazione a terra, o impedire una più frequente azione militare in atto, l’uso tattico di razzi e altre artiglierie per mettere alla prova l’avversario.

L’arma più comunemente discussa – il missile anti-carro Javelins – illustra un punto: Kyiv ha chiesto ai suoi partner questi lancia missili portatili ancora nel 2014, quando le battaglie erano in pericolo e forse avrebbero potuto rafforzare le posizioni dell’Ucraina. Ma oggi, la fornitura di Javelins costituisce poco più che un simbolismo politico. Come un diplomatico occidentale ha commentato: “Kyiv vuole un deciso spettacolo di sostegno da parte dell’Occidente. Se questa sia la forma giusta non è rilevante: l’Ucraina negli ultimi tre anni è stata associata a questa richiesta, quindi non dare il sostegno è politicamente inopportuno.
Ottenere le armi sarà un potente segnale”.

Gli oppositori al pacchetto letale puntano ad un’altra questione, che si riferisce a calcoli strategici più ampi. Versare 50 milioni di dollari di armi letali in una zona di conflitto già militarizzata, si otterrà una zona sempre più piena di armi, quindi più conflitti e più combattimenti. Ecco perché gli europei hanno generalmente spinto contro una tale decisione, con l’eccezione, tra gli alleati della NATO, della Lituania, anche se molti forniscono altre forme di aiuti militari. Si potrebbe sostenere che l’Occidente dovrebbe dare a Kyiv le armi di cui ha bisogno per affrontare i ribelli e i loro sostenitori russi. Ma questo sarebbe un gioco d’azzardo rischioso, costoso e incerto, e qualcosa per il quale pochi paesi occidentali hanno appetito.

L’Ucraina ha il diritto di difendersi al di là della controversia. Kyiv è comprensibilmente infelice nei confronti dei suoi partner occidentali che vogliono rafforzare la resistenza a lungo termine del governo, anziché il suo arsenale militare. “Ci sentiamo lasciati soli davanti alla Russia e non vediamo attenzioni per gli aiuti di cui abbiamo bisogno”, mi ha riferito un analista di sicurezza ucraino. Ma l’escalation militare tattica non è la risposta ad un conflitto che non ha soluzione militare. Nelle circostanze, l’Occidente può essere più efficace mantenendo le sanzioni sulla Russia, aiutando l’Ucraina a costruire istituzioni robuste e rendere professionali le sue forze armate.

Incoraggiare i negoziati o più conflitti?
Il vero problema del fornire le armi è l’impatto politico, non quello militare. Anche qui ci sono forti differenze di valutazioni su come le armi potrebbero influire sui negoziati. I sostenitori affermano che queste armi avrebbero rafforzato la mano dell’Ucraina nei negoziati nel gruppo di contatto del formato Normandia e Trilaterale, dando a Kyiv una migliore possibilità di raggiungere una maggiore sicurezza e risultati politici.
I critici, e non solo quelli pro-russi, avvertono che l’offerta di armi letali potrebbe aggravare ulteriormente il processo di negoziazione a somma zero che non ha affrontato le questioni centrali per un accordo futuro. “Il potere e le percezioni del potere nei colloqui sono utilizzate come chip di negoziazione”, ha commentato un diplomatico senior coinvolto nel processo, aggiungendo che nessuno dei due può permettersi di dare uno spettacolo di forza per non provocare la controparte, che potrebbe rispondere con le sue contromisure. Infatti, fin quando non cesserà la lotta attiva per i guadagni territoriali, l’applicazione della forza da un lato o dall’altro non aiuterà gli sforzi per arrivare alla fine del conflitto. Una simile logica potrebbe cambiare se dovesse sostanzialmente variare il bilanciamento del potere; ma questo non sembra essere nelle carte di un prossimo futuro.

Il pacchetto di armi letali che la Russia facilmente incontrerà, è probabile che non abbia alcun impatto politico. Infatti, non affronterà lo squilibrio tra le capacità militari dell’Ucraina e quelle della Russia, né creerà meno corrispondenza tra il livello dell’interesse occidentale e russo in Ucraina. L’Occidente non vuole impegnarsi in un confronto proxy armato con la Russia sull’Ucraina, una realtà che Mosca e Kyiv capiscono. Mentre la fornitura di armi letali potrebbe aumentare la fiducia e la posizione tattica dell’Ucraina nei colloqui, è improbabile che cambi il loro corso, anche se accompagnata da una forte spinta dell’Occidente per un progresso diplomatico.

Il centro di gravità del conflitto non è in Ucraina orientale, ma è dove la situazione è più instabile. La missione di monitoraggio speciale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) denuncia ogni giorno decine di migliaia di violazioni del cessate il fuoco. Gli impegni del cessate il fuoco vengono periodicamente rinnovati – a Natale, Pasqua, per il raccolto o l’inizio dell’anno scolastico – per dare un senso di normalità a chi vive nella zona di conflitto. Ma queste pause inevitabilmente scivolano via, lasciando il posto a nuove ostilità.
La costante insicurezza aggrava la situazione umanitaria. I villaggi del fronte sono particolarmente vulnerabili a causa del miscuglio di civili con attori armati su entrambi i lati. La copertura delle infrastrutture vitali è comune e le interruzioni di approvvigionamento di acqua e di elettricità aumentano la crisi, soprattutto nei mesi estivi e invernali. Anche l’infrastruttura soffre dei tremori causati dai ricorrenti bombardamenti ed ha bisogno di frequenti riparazioni.

“Una finestra di silenzio”, o il cessate il fuoco umanitario, sono difficili da negoziare, anche se periodicamente consentono alle squadre di riparazione di saldare i tubi che perdono o di ricollegare i cavi spezzati. I recenti colloqui offrono speranza per creare zone di sicurezza nei centri infrastrutturali chiave, come la stazione di filtraggio di Donestk che fornisce acqua a oltre 345.000 persone.
La negoziazione di queste zone di sicurezza o l’attuazione dell’ultima delle tre aree di disimpegno concordate, migliorerebbe la vita civile in alcune zone di guerra, ma sono piccoli passi. Le armi distruttive restano comunque all’interno del campo di fuoco e le aree di disimpegno non coprono i punti più perniciosi lungo la linea. Il malessere sistemico rimarrà. Un diplomatico coinvolto nei colloqui di risoluzione ha detto: “Stiamo sconvolgendo la temperatura, non curando la malattia”.

In questo contesto, l’aggiunta delle armi mortali degli Stati Uniti rischia di spostare l’attenzione da ciò che dovrebbe essere la priorità: elaborare passi a breve e a lungo termine per risolvere o almeno gestire il conflitto. Mentre una soluzione politica globale non è immediata, si potrebbe fare molto per ridurre al minimo il costo umano del conflitto. Il più grande pericolo immediato è il dispiegamento di sistemi di armi e forze ostili vicino alla linea di separazione.
Il cessate il fuoco è già difficile da organizzare e da attuare. Esso richiede a tutte le parti di prendere decisioni difficili, passare ordini a tutte le forze in campo e disciplinare coloro che non lo rispettano. Un diplomatico mi ha raccontato che quando ai soldati ucraini è stato chiesto quando hanno sentito parlare dell’ultimo cessate il fuoco, concordato per l’inizio dell’anno scolastico, alcuni hanno risposto che l’avevano sentito dalla TV.

Anche se Mosca ha la responsabilità significativa del conflitto, le autorità ucraine devono intraprendere passi difficili per stabilizzare l’est e gestire meglio la situazione umanitaria. Dimostrare il pieno impegno per il cessate il fuoco, disimpegnare le forze e formulare una visione inclusiva della reintegrazione delle popolazioni della regione sarebbe un buon inizio, in particolare quando le posizioni si aggravano da entrambe le parti. I partner occidentali di Kyiv devono spremere l’Ucraina per farle attuare tali misure prima delle elezioni presidenziali del 2019. Nell’ambito di tale sondaggio, anche Kyiv dovrebbe raddoppiare i suoi sforzi di riforma, soprattutto per quanto riguarda la corruzione sistemica e di alto livello.

Mentre il mantenimento delle sanzioni è importante per convincere Mosca che il suo impegno in Ucraina orientale è costoso e pericoloso, gli Stati Uniti e l’Unione europea (UE) devono anche aumentare la pressione sulla Federazione russa, per consentire anche all’OSCE il monitoraggio del confine russo-ucraino nelle zone controllate dai ribelli. Ciò darebbe l’opportunità di monitorare il movimento delle armi e delle forniture su quei segmenti di frontiera. Il dibattito alle Nazioni Unite di proposte diverse da Mosca e Kyiv per una forza di mantenimento della pace in Ucraina è una buona opportunità per i partner occidentali dell’Ucraina per insistere sul fatto che, come primo passo, Mosca permetta più trasparenza lungo il confine russo-ucraino. Nel frattempo, Mosca dovrebbe pressare i suoi alleati delle aree ribelli perché si impegnino urgentemente nel cessate il fuoco e ritirino le armi pesanti.

L’idea di un’operazione di mantenimento della pace ne vale la pena perseguirla, anche se le intenzioni di Mosca sembrano essere quelle di creare una deviazione piuttosto che cercare una vera e propria soluzione. Come pure probabilmente si inciamperà su questioni difficili, come il mandato, l’area di distribuzione e la composizione – per citarne solo alcune – in definitiva potrebbe contribuire a “sfogliare” la linea di separazione e facilitare un genuino disimpegno delle forze.
La fornitura di armi letali da schierare nella zona di conflitto non dovrebbe essere una priorità per i partner di Kyiv. Un simile passo potrebbe riassumere lo status quo, che, per quanto imperfetto, è preferibile per scalare la violenza; né produrrebbe progressi sostanziali verso l’insediamento.

A Kramatorsk, un operaio umanitario locale mi ha mostrato immagini di bombe dell’epoca sovietica, recentemente lanciate nei villaggi del fronte, e mi ha riferito che secondo lui le due parti si stavano copiando l’un l’altro nel loro uso. Le nuove armi nella zona è improbabile che possano influenzare i calcoli per ampliare i benefici delle parti in lotta, ma sicuramente influiranno o addirittura toglieranno la vita di coloro che vivono lungo la linea di separazione. Questo può e deve essere evitato.

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