Fermiamo la strage (oltre 70.000 l’anno) dei Levrieri da corsa e da caccia

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Sicuramente in pochi conoscono cosa accade in Spagna, in Gran Bretagna e nell’Est Europa in particolare, dove i Levrieri (galgo, podenco e greyhound) sono tra i più comuni cani da caccia e da corsa; allevati in decine di migliaia ogni anno per essere utilizzati da settembre a fine gennaio quale “strumento” per la cattura, rispettivamente, della lepre e del coniglio, hanno una speranza di vita mediamente di tre, cinque anni. Questi cani vengono anche allevati per farli correre in gare regolari e gare di contrabbando.

La vita di questi animali inizia con una selezione, ovvero vengono scelti tutti quei cuccioli che non sembrano adatti a svolgere il compito per il quale sono stati allevati, ovvero i cani delicati, timidi, che hanno paura dei colpi di arma da fuoco, quelli troppo aggressivi che tendono a mangiare la preda una volta catturata, che in campo “si distraggono”; coloro che non rispecchiano tali parametri vengono praticamente uccisi subito o abbandonati al loro destino, morendo di stenti; quelli che si mostrano adatti alla caccia, invece, possono andare soggetti a gravi ferite durante il lavoro, subire fratture, venire colpiti da spari, perdersi e non riuscire a ritrovare la strada del ritorno e, vagando, essere investiti dalle autoA tutto questo si deve aggiungere la mentalità, purtroppo diffusa nelle campagne più povere, secondo la quale un cane da caccia, per lavorare meglio, deve essere affamato ed essere tenuto in spazi bui e ristretti, che fa sì che molti di questi cani si ammalino per colpa della malnutrizione e dei maltrattamenti.

Discorso totalmente differente, ma analogo nella sostanza è il trattamento riservato ai greyhound da corsa, dovete sapere che nei paesi anglossasoni l’industria delle corse è un business che muove ingenti capitali e utilizza ogni anno migliaia di levrieri allevati appositamente, circa 14.000 cuccioli di greyhound nascono ogni anno per entrare nel mondo delle corse.
Ogni cucciolo ha una probabilità di vita molto breve da uno a tre anni: sopravvivono a questa selezione iniziale i soggetti idonei fisicamente, con attitudini alla corsa. Quelli non idonei o vengono uccisi “legalmente”, oppure venduti in Marocco e Cina, dove è risaputo vengano venduti anche come carne per ristoranti, per la sperimentazione o lasciati morire di fame e sete.

Per i galgos come per i greyhound le tutele non esistono, perché sono classificati come animali da lavoro e non di affezione, fonti quindi di denaro e null’altro. Ma questo è un capitolo di cui spero, in tantissimi, parleremo, riuscendo anche attraverso questa petizione a riconoscere ai Levrieri lo status di “Animale Domestico”.

Claudio Lauretti

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