La pillola del we. Dalla <> al trionfo delle assenze

Ora Legale & Diritti Umani

Di

 <<Quattro poltrone vuote: tutte, per così dire, «renziane». Cronometro alla mano: circa 13 minuti di Consiglio dei ministri. La proroga del governatore di Bankitalia è una riunione lampo. In un’atmosfera tesa e allo stesso tempo ovattata, quasi surreale.>> (Corriere della Sera / Politica . 27 ottobre 2017). Gli allarmismi di qualche giorno fa si sono rivelati eccessivi. Si era ipotizzato che il Primo Ministro Gentiloni (e, insieme a lui, il governo), a seguito della mozione di sfiducia avanzata dal gruppo dem in ordine alla conferma del Governatore Visco, potesse registrare una qualche battuta d’arresto sul nome del nuovo Governatore della Banca d’Italia. La presunta tegola pre-elettorale, scagliata da una mano malferma, non ha sortito alcun effetto se non quello di far registrare, in seno al consiglio dei ministri, un certo numero di assenti. Per varie ragioni, i fedelissimi dell’ex Presidente del Consiglio, hanno deciso di non partecipare alla (velocissima) riunione. Certificati medici, legittimi impedimenti, impegni improrogabili precedentemente assunti. Alla fine, dopo una manciata di minuti, tutto s’è compiuto. Il Governatore uscente è anche quello entrante. Visco (ri) fiduciato. Da <<era una notte buia e tempestosa>>  a  <<…e tutti vissero felici e contenti…>>.

Prove muscolari con anabolizzanti scaduti e dimissioni.

Non si è ben compreso cosa potesse nascondere la (inefficace) mozione di sfiducia. Un gran polverone. Titoli sui giornali. Precisazioni (non richieste e inusuali) da parte della Presidenza della Repubblica. Deposito di corposissime relazioni illustrative da parte di Bankitalia (migliaia di pagine). Excusatio non petita… .Silenzio (o quasi) di stampo britannico da parte del Premier. Giustificazioni (tardive) per bocca del Segretario Renzi. Trasmissioni televisive e ospitate varie. Sta di fatto che a colpi di fiducia s’è votata la nuova legge elettorale e il Presidente del Senato Grasso s’è sganciato dal gruppo PD per entrare, come ovvio, nel gruppo misto del Senato. Da quanto appreso, la decisione è da ricondursi alla manifestata non condivisione sulla linea politica del partito e, in particolare, sulla legge elettorale. Comunque la si voglia intendere, la tempestività della decisione è impressionante. Re melius perpensa. Anche la seconda carica dello Stato sta mostrando i muscoli. Il 2018 è alle porte.

Segnali di scricchiolii all’orizzonte. La <<poltronite>> è una brutta malattia.

Non c’è niente da fare, è molto meglio immaginare di essere indispensabile ed insostituibile, piuttosto che pensare di aver esaurito un mandato, un compito e, magari, riconoscere che la spinta iniziale si sia definitivamente arrestata. Il fascino del reincarico è invincibile. Cincinnato lo rifiutò e si rifugiò, beato, nei suoi campi. Cincinnato, eggià. Talvolta, la storia non si ripete.

Massimo Corrado Di Florio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube