Federico De Raho e’ il nuovo procuratore nazionale antimafia

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LO HA NOMINATO IL PLENUM DEL CSM. SUCCEDE A FRANCO ROBERTI

Il nuovo procuratore nazionale antimafia e’ Federico Cafiero de Raho, che ora e’ il capo della procura di Reggio Calabria. Lo ha nominato il plenum del Csm all’unanimita’, dopo che ieri il Pg di Palermo Roberto Scarpinato aveva ritirato la propria candidatura. Napoletano, 65 anni, de Raho e’ stato a lungo pm a Napoli e ha legato il suo nome al processo ‘Spartacus’ che, scaturito dalle dichiarazioni del primo pentito dei casalesi Carmine Schiavone, porto’ all’azzeramento della cupola del clan. Succede a Franco Roberti che va in pensione.

E’ Federico Cafiero de Raho il nuovo capo della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. La nomina è stata deliberata questa mattina dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura. L’attuale procuratore capo di Reggio Calabria prende il posto di Franco Roberti in pensione dal 17 novembre prossimo.

“Federico Cafiero de Rhao succede a Franco Roberti, cui rinnovo il sentito ringraziamento per l’alto servizio reso alla guida della Procura Nazionale”, ha detto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, prendendo la parola in plenum sottolineando che “a Franco Roberti il Paese deve gratitudine per tante ragioni” per “aver assicurato una guida sicura ed efficace alla rete di coordinamento che fa capo alla Procura Nazionale”. Roberti, “è riuscito, con il pieno sostegno del Csm, a farsi carico delle nuove funzioni di coordinamento antiterrorismo”. Per Legnini, con la nomina di Cafiero de Raho, “magistrato di assoluta competenza e straordinaria esperienza”, il Csm “dimostra di saper individuare il magistrato più adatto e meritevole, in tempi congrui e con capacità di svolgere un’istruttoria accurata ed efficace. L’unità di visione con cui si giunge a questa nomina è un segnale positivo e incoraggiante di cui non posso non compiacermi e per i il quale ribadisco la mia profonda soddisfazione”. Nel corso del dibattito è intervenuto anche il consigliere togato Francesco Cananzi che ha ricordato come Cafiero abbia lavorato nelle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria e “conosce oggi nel dettaglio anche la mafia più pericolosa e la globalità dei fenomeni criminali.

Cafiero de Raho, dal giugno del 1978 in magistratura, dall’anno successivo svolge le funzioni di sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, occupandosi in particolare di procedimenti per reati di traffico di sostanze stupefacenti, contrabbando di oli minerali e bancarotta fraudolenta. Nel febbraio dell’84 passa alla Procura della Repubblica di Napoli dove si occupa da subito di indagini su organizzazioni criminali di matrice camorristico – mafiosa. Viene inserito nella Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli fin dalla sua istituzione, dove rimane per otto anni, dedicandosi in modo specifico alle indagini sul cosiddetto “Clan dei casalesi”, ricoprendo il ruolo di pm nel processo “Spartacus”, “uno dei momenti più importanti della lotta dello Stato alla camorra”, come sottolineato in un parere del Consiglio Giudiziario di Napoli.

Qui, dal 2006 ricopre anche l’incarico di Procuratore Aggiunto. Nel 2013 viene nominato capo della Procura di Reggio Calabria, ufficio “di frontiera” nel contrasto della ‘Ndrangheta ottenendo numerosi successi nella lotta alla criminalità organizzata, tra cui quella ottenuta nella giornata di ieri, “con l’imponente mole di arresti effettuati ai danni di affiliati alle associazioni criminali attive nella Locride, nella cosiddetta operazione “Cumps – Banco Nuovo”, come ricordato in plenum da Legnini.

“Il Csm individuando in Federico Cafiero De Raho, procuratore capo di Reggio Calabria, la figura idonea a ricoprire il ruolo di procuratore nazionale antimafia, premia un indiscutibile merito e la persona giusta, che in questi anni di collaborazione istituzionale ho sinceramente apprezzato per l’approccio sensibile e altamente professionale ai minori coinvolti in problemi di giustizia”. E’ quanto afferma in una dichiarazione il Garante per l’infanzia e l’adolescenza Antonio Marziale. “Sono certo che Egli – conclude Marziale – continuerà a guardare ai problemi della Calabria con la dovuta attenzione, e nel formulargli gli auspici di buon lavoro mi preme ringraziarlo per un operato destinato a lasciare un segno indelebile nella storia reggina”.

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