Un contenitore culturale di elevato spessore
Giovanni Mercadante
La biblioteca Finia di Gravina di Puglia, prende il nome dal Card. Francesco Antonio Finy, nato a Minervino il 6 maggio 1669; la sua carriera fu protetta dal Papa gravinese Papa Benedetto XIII, alias Orsini.
La salma del Card. Finy fu sepolta nella chiesa di Gesù Nuovo a Napoli. Nel suo testamento pose una condizione che dopo la sua morte metteva a disposizione la somma di 2.000 ducati per la fondazione di una biblioteca che portasse il suo nome, dove far confluire tutto il suo patrimonio librario.
Operazione portata a termine nel 1743, ad un anno dalla sua scomparsa, con la costruzione di un edificio imponente, su disegno dell’architetto altamurano Donato Giannuzzi, la cui facciata richiama un luogo di culto; sul portale troneggia lo stemma cardinalizio del committente.
I lavori di restauro, eseguiti alcuni anni fa dall’impresa COBAR di Vit Barozzi di Altamura, hanno portato all’antico splendore la singolare struttura situata in Piazza Notarnicola.
Oggi Gravina dispone di un contenitore culturale importante per la ricchezza di volumi di grande pregio ivi conservati. L’allestimento interno è ben curato e per i ricercatori, studenti e studiosi, è un luogo dove poter godere la lettura e la ricerca nella massima tranquillità.
Dal 15 ottobre 2017 , e a seguire novembre, dicembre e gennaio 2018, è stato programmato un ciclo di conferenze con una mostra di libri sull’enciclopedismo mutuando il mondo di Wikipedia.
Per giovedì 9 novembre 2017, alle ore 19.00 è stato programmato il primo incontro di approfondimento sul tema della comunicazione del sapere nel mondo antico: relatore il prof. Luigi Viscanti, docente emerito di Lingue classiche.
Volta della biblioteca Finia