Quando non si resiste alla tentazione di dire: “Se l’è andata  a cercare”

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Dovrebbero essere tutti d’accordo, donne e uomini, a fare il processo ai molestatori, ai violentatori, agli approfittatori, e non alle loro vittime, e invece nel nostro paese, chissà perché, molte donne e molti uomini non resistono alla tentazione di dire: “Se l’è andata  a cercare”.
Un noto settimanale ha pubblicato la lettera sconcertante di un lettore, che trascrivo in parte: “Nei combattimenti esistono sia la boxe sia le risse di strada. Nella boxe si combatte all’interno di un codice articolato, nelle risse vale tutto. Ora, quando leggo della difesa unilaterale delle attrici o aspiranti tali, mi pare che si faccia confusione tra le due situazioni. Quella attrice italiana figlia di, che deplora che a sedici anni un regista l’abbia molestata sessualmente, con quali regole giocava? O forse a ventun anni, a tu per tu col più famoso produttore di Hollywood, temibile orco, era lì per incontestabile bravura? Come mai lei aveva chance che per il resto del mondo sono sogni a occhi aperti? Piacciono i vantaggi senza un perché, qualche costo fuori misura invece è sentito come intollerabile soperchieria. Vogliono la rissa da strada quando le avvantaggia, ma le regole della boxe quando le buscano”.
Il lettore comincia con un paragone che c’entra come i cavoli a merenda. Che cosa c’entra il combattimento, con Asia Argento appena sedicenne molestata dal regista? Era andata dal regista per combattere con lui, per scontrarsi con lui? Che cosa c’entra il combattimento col rapporto di Asia Argento col produttore schifoso molestatore? L’attrice si era recata da lui per combattere con lui, per scontrarsi con lui? Poi la domanda insensata: “Con quali regole giocava?”. Magari ce lo potrebbe spiegare il lettore. Regole segrete di seduzione? E come si permette il lettore?  E poi: “Era lì per incontestabile bravura?”. E se non fosse? Che significa? E ancora: “Come mai lei aveva chance che per il resto del mondo sono sogni a occhi aperti?”. Ma guarda un po’. E’ una colpa avere un genitore noto regista? E poi: “Piacciono i vantaggi senza un perché, qualche costo fuori misura invece è sentito come intollerabile soperchieria”.  Ma è una colpa essere figlio di persone ricche o famose? E se uno approfitta dei vantaggi che ne derivano, deve subire “costi fuori misura” (eufemismo) vale a dire schifose prepotenze? Ma che discorso è?  Infine: “Vogliono la rissa da strada”. Anche questo c’entra come i cavoli a merenda. 
I giornalisti pubblicano tutto, i conduttori televisivi mostrano tutto, importante è attirare l’attenzione, fare spettacolo.
Carmelo Dini

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