Attentato a New York

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Stamattina alle 7:20 (13:20 nel nostro fuso orario) a New York un uomo di 27 anni successivamente identificato come Akyed Ullah ha provocato un’esplosione con un ordigno rudimentale attaccato al proprio corpo. L’episodio é avvenuto in un corridoio della metropolitana di Manhattan approssimativamente nel punto in cui si congiungono la 8th Avenue, la 7th Avenue e Broadway Lines.

Ullah, un immigrato del Bangladesh che viveva negli USA da 7 anni, ha riportato bruciature a mani e addome ed é stato trasportato al Bellevue Hospital Center. Sembra che questi sia l’unico ad aver riportato ferite serie, mentre altre tre persone hanno riportato ferite di minor ingenza, secondo Daniel A. Nigro, direttore del New York Fire Department.

L’esplosione non ha avuto conseguenze piú tragiche perchè la bomba artigianale sembra essere scoppiata prematuramente o solo in parte.

L’FBI e la polizia newyorkese hanno perquisito almeno due (secondo il New York Post tre) appartamenti legati all’individuo, fra cui l’abitazione dello stesso (rintracciata grazie all’indirizzo sulla patente di Ullah), entrambe nel Brooklyn.

Sembra che il soggetto lavorasse come tassista da vari anni e che, secondo il Guardian, fosse stato ispirato a quest’azione dall’ISIS, ma che non fosse in diretto con il gruppo terroristico. Al momento della presa in custodia Ullah non era comunque in grado di poter interloquire molto a causa delle condizioni.

Che significato ha questo evento? Secondo il Times -in un articolo di Browne, Cirillo e Marcolini- il sindaco Bill De Blasio avrebbe dichiarato che “i terroristi bramano di attaccare la città di New York perché siamo un barlume per il mondo” (orig. “The terrorist yearn to attack New York City because we are a beacon to the world”). La BBC invece riporta le parole di Cuomo, il governatore della Grande Mela: “Questa è New York. La realtà é che siamo un bersaglio per molti che vorrebbero attuare le loro dimostrazioni contro la democrazia, contro la libertà” (orig. “This is New York. The reality is that we are a target by many who would like to make a statement against democracy, against freedom).

Elliot C. McLaughlin della CNN invece parla di “no specific threats against New York-nessuna minaccia specifica contro New York”, per cui l’attentato che già sembrerebbe -date le circostanze attuali- ascrivibile alla degenerazione del soggetto Ullah, non dovrebbe essere riconducibile ad una maglia dell’intricata rete terroristica anti-occidentale.

Eppure il sospetto da parte delle autorità che ci sia comunque stata una sorta di “ispirazione” in questo senso rimane.

Ufficialmente, secondo la NBC, James O’Neill, commissario del New York Police Department, ha dichiarato di “non potersi buttare su una connessione con l’ISIS” ma ha aggiunto riguardo all’incontro con Ullah ferito “ci sono state delle affermazioni da parte sua, ma non ne parleremo” (orig. “he did make some statements, but we’re not going to talk about that).

Sia quello che sia, probabilmente l’intera città é ancora sotto shock. Almeno una diecina di linee metropolitane hanno bypassato Time Square nei tempi immediatamente successivi all’evento, e in generale questo non é il primo attentato di quest’anno ai danni della “Capitale del Mondo Libero”: ricordiamo l’immigrato Uzbekistano che nell’ottobre di quest’anno ha investito e ucciso otto persone, provocando secondo la BBC il piú letale attentato definibile come “terroristico” a New York dall’11 Settembre.

Indipendententemente dalle politicizzazioni che mirano a trovare per forza un colpevole tra il mondo orientale o nella stessa politica del mondo occidentale per come si pone nei confronti di esso, possiamo tirare un sospiro di sollievo perché questa volta almeno non ci sono morti.

Nicola Sportelli

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