Gesù non nacque al freddo e al gelo e… non tremò

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“Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo. O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar”; così, un canto di Natale. Però, se leggiamo attentamente i vangeli, ci accorgiamo che Gesù non nacque al freddo e al gelo, e che magari avrà pianto come tutti i bambini appena nati, ma sicuramente non avrà tremato a causa del freddo. E possiamo anche costatare che Gesù non era poi così povero come molta gente crede. 

 Luca racconta che Maria “avvolse il neonato in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto all’albergo”. Matteo, invece, non accenna per niente ad una grotta, ma riferisce che i Magi, giunti dall’Oriente per adorare il Bambino, entrarono “nella casa”. Avevano traslocato? Luca riferisce anche: “C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge” (Lc 8,2). Il che significa che non faceva freddo, altrimenti greggi e pastori si sarebbero trovati nelle grotte. Gesù era figlio di un carpentiere, ed egli certamente esercitò lo stesso mestiere nella giovinezza (Mc 6,3).

Un falegname della Palestina era un uomo abile, utile, e particolarmente stimato. Così, è ragionevole ritenere che Maria e Giuseppe, disponendo di denaro, avessero avuto la possibilità, in ogni caso, di far nascere il Bambino ben al riparo “dal freddo e dal  gelo” e di avvolgerlo in panni morbidi e caldi. Ma durante la vita Gesù fu povero? E’ pur vero che il Nazareno durante il periodo della predicazione, non avesse dove reclinare il capo, ma non sembra si facesse mancare il cibo, a giudicare da tutte le volte che lo troviamo a tavola a casa di amici, e dalle sue stesse parole: «E’ venuto Giovanni che non mangiava né beveva, e si diceva: – E’ indemoniato -.

E’ venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e si dice: – E’ un mangione e un beone, amico di pubblicani e peccatori! –» (Mt 11, 18 – 19). Sicuramente non gli mancarono pane e pesce, e certo “bevve quel vino nero, pastoso e colorito, che bisognava annacquare prima di servirlo” (Daniel Rops). Disponevano, lui e i suoi apostoli, di denaro, e facevano l’elemosina ai poveri (Gv 13,29). Infine, non era vestito di stracci, giacché i quattro soldati romani si divisero le sue vesti, e tirarono a sorte la tunica, essendo cucita tutta di un pezzo (Gv 19,23-24).

Renato Pierri

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