Come la vediamo

Politica

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Apriamo la nostra prima corrispondenza per il 2018 in modo epigrafico: ” Il Paese continuerà a evidenziare una complessa devoluzione socio/politica, con onerosi riscontri economici”. Ora, Parecchi segnali in negativo, purtroppo, ci danno ragione. Le assicurazioni e le promesse di dei nostri politici, nessuno escluso, non sortiranno risultati rilevanti. L’anno, con tutti i suoi interrogativi, dovrà essere affrontato con coerenza; ma senza troppe illusioni. Gli ultimi mesi del precedente Esecutivo d’Esecutivo non ci hanno persuaso. Tanto che, ora, ci guardiamo bene dall’azzardare qualche ragionevole analisi sulla composizione del prossimo Esecutivo. Già da qualche anno, la favola del “Buon Governo” non affascina più nessuno. Però, senza meraviglia, ci sentiamo di riconoscere che tra Centro e Sinistra gli spazi non si sono dilatati maggiormente. La destra, a ben osservare conta poco.

Anche se esiste, fatto più unico che raro, una doppia”opposizione”. Quello che si evidenzia è che tutti i partiti hanno preso atto di un ridimensionamento dei loro simpatizzanti. I tempi delle maggioranze” assolute” sono tramontati col secolo scorso. Il nostro futuro politico potrebbe avere molteplici sviluppi. Elencare quali sarebbero, ci porterebbe lontano; ma senza vantaggi di previsione.

Da noi, purtroppo, le cose pubbliche continuano a muoversi al solito modo. Senza alleanze coese, ovviamente, non si potrà governare. Il tutto con l’individuazione di compromessi e di poltrone intercambiabili.

La maggioranza Parlamentare, e l’Esecutivo che ne sarà partorito, dovrà affrontare una realtà sociale sempre meno consenziente. Un successivo rafforzamento logistico dell’opposizione potrebbe essere il primo segnale del tramonto di un Esecutivo figlio di un trapianto normativo che potrebbe minacciare il “rigetto”. Tutti i partiti dovranno chiarire le loro idee ai potenziali elettori già durante la campagna elettorale. Sono anni, troppi anni, che tanti programmi si sono adatti alle loro voglie politiche; non certo per salvare l’Italia. Le prospettive rimangono insufficienti la volontà di cambiare resta ancora una chimera.

Giorgio Brignola

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