Cosa rischia l’amministratore di condominio che falsifica le ricevute degli F24 ?

Noi e il Condominio

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Rubrica NOI e il CONDOMINIO

a cura di avv. Giuseppe Nuzzo.

L’amministratore che falsifica le ricevute dei modelli F24, relative ai pagamenti delle imposte, rischia la condanna per il reato di falsità in atto pubblico ai sensi degli articoli 476 e 482 del codice penale.

Lo ha stabilito la Corte di cassazione con l’ordinanza n. 51383 del 10 novembre 2017. Ribaltata la sentenza della Corte d’appello, che aveva disposto di non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di un amministratore condominiale che aveva falsificato le ricevute di pagamento delle imposte che il condominio era tenuto a versare.

Ora l’amministratore dovrà affrontare un nuovo processo. In questi casi, l’art. 476 c.p. prevede per i pubblici ufficiali che abbiano commesso il falso nell’esercizio delle proprie funzioni una pena da uno a sei anni, che in casi aggravati sale da tre a dieci. Per i privati – com’è l’amministratore condominiale – le pene sono ridotte di un terzo.

In realtà, era stato proprio l’amministratore a proporre ricorso per cassazione al fine di ottenere un’assoluzione piena. Secondo lui, non poteva contestarsi la falsità materiale commessa dal privato in atto pubblico, perché le ricevute dei modelli “F24” non potevano essere considerate atto pubblico o, quanto meno, in ragione della grossolanità del falso.

La Cassazione ha invece rigettato il ricorso e con esso la tesi difensiva.

Le ricevute dei modelli “F24” sono equiparabili ad atti pubblici. Si legge nell’ordinanza che «la contraffazione degli attestati di versamento (cosiddetti modelli F 24) rilasciati al privato dagli istituti di credito delegati per la riscossione delle imposte integra il reato di falsità materiale in atto pubblico di cui agli artt. 476 e 482 cod. pen., trattandosi di atti pubblici di fede privilegiata per ciò che attiene alla provenienza del documento ed ai fatti che il dipendente della banca delegata attesta essere stati da lui compiuti o avvenuti in sua presenza».

Giuseppe Nuzzo

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