L’ENEA di Roma, impegnata per ridurre l’impatto ambientale anche nella ristorazione

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Le imprese italiane misurano la propria impronta ambientale grazie ad EFFIGE (Environmental Footprint For Improving and Growing Eco-efficiency – Impronta Ambientale per Migliorare e Accrescere l’Eco-efficienza), il nuovo progetto finanziato dall’Unità LIFE della Commissione Europea, nell’ambito del bando 2016.

Dall’industria pesante, all’agricoltura fino ai servizi di ristorazione è emersa l’esigenza, da parte delle imprese, di capire quanto impattano i propri servizi ed i propri prodotti, per agire in modo più specifico e migliorare le proprie prestazioni ambientali.

Indagini europee e studi nazionali evidenziano come il mercato chieda prodotti sempre più sostenibili. Il progetto Life EFFIGE è finalizzato a rispondere a questa esigenza attraverso la sperimentazione all’adozione di PEF –Product Environemtnal Footprint (Impronta ambientale del prodotto), un metodo di calcolo dell’impronta ambientale di prodotti e servizi promosso dalla Commissione Europea con la Raccomandazione 179/2013.

EFFIGE, sperimenta proprio questo metodo in 4 settori produttivi (fonderie, legno arredo, agroalimentare e servizio di ristorazione) coinvolgendo numerose imprese in questa attività.

Proprio le imprese che parteciperanno al progetto saranno impegnate anche nel miglioramento dell’impronta ambientale dei propri prodotti e servizi pianificando azioni strategiche finalizzate a creare prodotti più sostenibili e con caratteristiche che possano renderli più competitivi.

L’iniziativa è stata promossa dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna che svolge il ruolo di coordinatore e partner tecnico del progetto.

Insieme a Sant’Anna le attività tecniche saranno seguite da Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Oltre ai due partner tecnici partecipano ad EFFIGE cinque organizzazioni rappresentanti dei settori sopra citati: Agrica e Consorzio Agrituristico Mantovano “Verdi Terre d’Acqua”, per il settore agroalimentare, Assofond nell’ambito delle fonderie italiane, Federlegno Arredo, su settore mobili e CAMST nella ristorazione.

Proprio queste cinque organizzazioni aiuteranno numerose imprese italiane ad attuare la PEF e ad essere “esperienze pilota” di eco-innovazione e competitività.

L’elemento distintivo del progetto è, infatti, rappresentato dalla sinergia tra aziende, mondo accademico e quello associativo e consortile.

Inoltre EFFIGE è finalizzato allo sviluppo di strumenti per l’applicazione della PEF nelle piccole e medie imprese, aiutandole a sperimentare nuovi approcci e metodi che le rendano più competitive.

I partner del progetto lavoreranno su un “duplice binario”, da un lato, attività più scientifiche di calcolo dell’impronta ambientale, dall’altro, si impegneranno nella definizione di modalità e strumenti per comunicare al meglio l’impronta ambientale dei prodotti, rendendoli così più competitivi sull’attuale mercato.

Il progetto vedrà i partner impegnati sia con aziende italiane che europee che sperimenteranno gli strumenti e le metodologie elaborati grazie ad EFFIGE per valutarne la reale efficacia anche al di fuori dei confini nazionali, facendo di EFFIGE un’opportunità anche per imprese al di fuori dell’Italia.

Le attività del progetto sono iniziate a settembre 2017 e saranno completate solo nel 2021.
Durante tutta la durata del progetto è prevista la partecipazione ad eventi sia di livello nazionale che europei nei quali l’esperienza delle diverse filiere sarà promossa e divulgata.

Sono inoltre previste numerose iniziative di formazione per imprese produttrici, società di consulenza, studenti e così via, al fine di rendere il metodo PEF uno strumento più conosciuto e applicato.

“Con questa iniziativa proseguiamo nello sviluppo di strumenti di comunicazione dell’impronta ambientale di prodotto, dell’uso efficiente delle risorse, dell’economia circolare e delle tecnologie per la sostenibilità delle filiere produttive. Inoltre confermiamo il nostro ruolo a sostegno delle PMI italiane nella valorizzazione delle produzioni nazionali, nell’aumento della competitività e nella promozione di una crescita sostenibile”, ha sottolineato Patrizia Buttol, ricercatrice ENEA.

Insieme alla ditta CAMST, ENEA svilupperà le regole per il calcolo della footprint ambientale nel settore della ristorazione e sperimenterà l’applicazione della PEF in alcune imprese della filiera, validandone i piani di miglioramento energetico-ambientale.

Vito Piepoli

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