Elezioni politiche: analisi delle proposte più chiacchierate

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L’Italia è in piena campagna elettorale, ma è già possibile strutturare un’analisi delle proposte più “innovative” e discusse dei principali partiti in vista delle elezioni del 4 marzo.

La proposta di Liberi e Uguali è la più recente: abolizione delle tasse universitarie allo scopo di “dare a tutti la possibilità di studiare”. Proposta audace ma necessita dell’analisi delle sue principali implicazioni: questa misura avvantaggerebbe i ceti medio-alti, ossia coloro che frequentano in maggioranza l’università ma coloro che non sono realmente motivati nella scelta scolastica. Il governo Gentiloni ha già emanato un decreto che esonera totalmente dalle tasse universitarie coloro che hanno un ISEEU inferiore ai 13.000 euro; inoltre molti atenei italiani, approfittando dei maggiori fondi governativi, hanno aumentato la soglia a 15.000 euro.

Certo con questa proposta si risparmierebbero 1,6 milioni di euro, ma potrebbe aumentare il numero di coloro che studiano senza convinzione, alimentando la concorrenza tra i laureati nell’accesso alle (poche) opportunità.

Anche Berlusconi (Forza Italia) ha avanzato una proposta che ha destato molte perplessità: inserire il “reddito di dignità”, ossia una soglia di 1.000 euro mensili per contrastare la povertà. Il problema è il costo per le casse statali, circa 29 miliardi con una spesa annua per i contribuenti di 711 euro, aggravando ancora di più la situazione economico-finanziaria dei cittadini. (Fonte: Eu Silc-Istat)

Il segretario del Pd Renzi ha annunciato di voler abolire il canone Rai e sostituirlo, in via transitoria, con un finanziamento pubblico, e successivamente con un aumento degli incassi pubblicitari (al momento la soglia dei contenuti pubblicitari è del 4% del contenuto televisivo). Questa proposta ha scatenato un duro scontro con il ministro dello Sviluppo Economico Calenda poiché “il finanziamento pubblico è composto dai contributi dei concittadini, dunque esso sarebbe solo una presa in giro per agevolare la campagna elettorale”. Abolire il canone, ossia il finanziamento della rete televisiva e radiofonica, significherebbe consegnare la Rai ai privati a discapito della qualità dell’informazione, in mancanza di risorse economiche, oppure accentuerebbe la sua dipendenza dallo stato poiché diverrebbe l’unica fonte di finanziamento.

Il Movimento 5 stelle ha attuato una riforma del codice etico: maxi multa di 100.000 euro per chi si dimette per dissenso, in caso di espulsione o di abbandono del movimento. I nuovi eletti in Parlamento saranno obbligati a votare “la fiducia, ogniqualvolta sia necessario, ai governi presieduti da un presidente del movimento”.

Imporre sanzioni a coloro che dissentono dalle linee del proprio movimento è illegittimo a causa dell’art.67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Ma se il partito cambia la sua posizione, ma il rappresentante resta fedele al programma per il quale è stato eletto, quest’ultimo può essere definito dissidente?

Il rappresentante, una volta giunto in parlamento, deve occuparsi dell’interesse generale dello stato e del popolo complessivamente inteso, e non di interessi particolari (anche di partito); esso deve essere libero da qualsiasi legame che lo vincola a pedina del proprio movimento politico.

Di fatto siamo agli inizi di una campagna elettorale che si giocherà sulla spettacolarità delle proposte allo scopo di differenziarsi dai propri rivali, in contesto politico che vede la fine dell’appartenenza politica e delle ideologie, in cui la distanza tra i vari attori sono così minime da essere percepiti come uguali.

Sara Carullo

One Reply to “Elezioni politiche: analisi delle proposte più chiacchierate”

  1. Sara carullo ha detto:

    Correzione: 1,6 miliardi non milioni

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