Usa: si riapre la questione Iran

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump minaccia di non firmare nuovamente l’accordo sul nucleare con l’Iran istituito nel 2015 se non verranno riaperte le negoziazioni.

Donald Trump ha ben messo in chiaro dall’inizio del suo mandato alla Casa Bianca che avrebbe lottato con le unghie e con i denti contro tutti i provvedimenti presi dall’amministrazione Obama che non ritenesse soddisfacenti.

La prima contro cui si é scagliato inaugurando la presidenza é stata l’Obamacare, l’ultima (questione di ore) é l’accordo di non proliferazione nucleare con l’Iran firmato quasi tre anni fa dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Stati Uniti, Regno Unito, Russia, Francia e Cina) piú la Germania, nel ruolo di partner commerciale dell’Iran. L’accordo prevedeva oltre al fermo alla produzione nucleare militare anche la riduzione del 98% delle riserve nucleari, la trasformazione di diverse strutture nucleari in altro e, in cambio, la sospensione di tutte le sanzioni delle delle Nazioni Unite contro Teheran.

L’accordo prevede il rinnovo tramite firma ogni 120 giorni. Il presidente Trump ha firmato per questa volta ma ha avvertito che non é disposto a firmare un’altra volta senza discutere per una rinegoziazione degli accordi.

Il motivo? É preoccupato perché la situazione in Iran invece di migliorare e dar spazio alla crescita economica ha visto la reintroduzione di spese militari, in particolare riguardo lo sviluppo di missili ballistici. Trump é deciso nell’affermare che “gli Stati Uniti non sono disposti a tollerare” ed é per questo che le condizioni del “Nuclear Deal” gli appaiono compromesse e vuole estendere la clausola di limitazione di proliferazione nucleare includendo le testate ballistiche. Le autorià iraniane hanno risposto di non essere favorevoli a una rinegoziazione.

Mohammad Javad Zarif, ministro degli esteri iraniano, risponde su Twitterl: “La politica di Trump e l’annuncio di oggi si aggiungono agli altri disperati tentativi di minare a un accordo multilaterale solido, maliziosamente violandone i paragrafi 26, 28 e 29.

Il JCPOA (Joint Comprehensive Plan Of Action-Piano di Azione Congiunto Globale) non é rinegoziabile: piuttosto che ripetere questa logora retorica, gli Stati Uniti dovrebbero pensare a rispettarlo in maniera globale-esattamente come l’Iran.”

Inoltre il ministro degli esteri ha anche accusato l’amministrazione Trump di aver “oltrepassato una linea rossa di comportamento internazionale corretto”, e che riceverà una reazione adeguata.

Hamidreza Taraghi invece, un politico conservatore iraniano, é di un’opinione piú singolare: pensa che il presidente sia un uomo che spesso cambia le sue opinioni, e quindi molto probabilmente tornerà indietro su questa decisione apparentemente già presa.

Sarà veramente cosí? Staremo a vedere. Intanto l’unica certezza é che quello che, come ogni problema nel mondo della politica, sembrava un file archiviato é stato riaperto e rimesso in ballo e, nel bene e nel male, potrebbe portare a innumerevoli conseguenze inaspettate.

Nicola Sportelli

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