15 anni fa moriva “l’avvocato” Gianni Agnelli

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15 anni fa moriva “l’avvocato”

       “Quant’è bella giovinezza

        che si fugge tuttavia!

        Chi vuole esser lieto, sia,

        di doman non c’è certezza.”

       [Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico-I Canti Carnascialeschi 1490]

Gianni Agnelli, figura storica di evidente rilievo nel mondo dell’economia e simbolo secondo molti dell’eleganza e della capacitá imprenditoriale tutta italiana, morí come oggi, il 24 Gennaio del 2003 a Torino, cittá in cui era anche nato, a quasi 82 anni.

Fu sicuramente una vita piena quella dell’Avvocato, una vita da uomo di mondo, ma un uomo che seppe trarre dalle proprie esperienze l’indubbia capacitá di mettere in mostra un certo carisma e un savoir parler che gli valse l’appellativo di “esempio di saggezza” da parte del giornale “Izvestia” dell’Unione Sovietica nell’ ’82 (https://youtu.be/XYtJ9T9tSpk). Non c’é bisogno di essere esperti di politica per capire che se un uomo poteva farsi elogiare da un giornale comunista e nel frattempo mantenere lo status di icona del capitalismo italiano, aldilá delle critiche e delle opinioni sempre lecite (in negativo quanto in positivo), doveva sicuramente essere uno che ci sapeva fare, insomma uno che non aveva niente dell’immagine dell’imprenditore che fa politica per sistemarsi i propri affari legali e personali creatasi in seguito in Italia (un’immagine della quale gli italiani sembrano dimenticare i dettagli ora che siamo in periodo elettorale).

Ad ogni modo si dovesse scegliere, probabilmente si inizierebbe a raccontare la biografia di Gianni Agnelli con la perdita del padre in un incidente aereo a soli quattordici anni e con i viaggi giovanili negli Stati Uniti. Durante il periodo bellico della Seconda Guerra Mondiale, invece, intorno ai venti anni, viene inviato sul fronte russo col grado di sottotenente. Tornato in Italia prosegue gli studi e nel ’42 ottiene la Laurea in Giurisprudenza all’Universitá di Torino.

É tuttavia fra il ’45 e il ’46 che inizia a incontrare quello che sará il proprio destino, quando, essendo il principale azionista della societá fondata dal nonno omonimo, la Fiat, deve prendere parte alle trattative che decideranno il destino della societá negli anni successivi. Gianni Agnelli é ancora giovane, ma con la saggezza ereditata dai consigli del nonno, decide di ritardare l’arrivo delle responsabilitá dell’azienda (il cui comando passerá a Vittorio Valletta) e di godersi la “Giovinezza”. Ironia vuole che di lí a un anno fu nominato Presidente della “Juventus”, la squadra di calcio il cui legame con gli Agnelli era iniziato giá nel ’23 con il padre di Gianni, Edoardo. Ma oltre a godersi la Juventus da quel momento in poi (l’Avvocato dimostrò vero e proprio affetto vita natural durante nei confronti della squadra), si godette anche la gioventù vera e propria, e infatti viaggiò per il mondo e conobbe personalitá del calibro di J.F. Kennedy e David D. Rockefeller. Si ritrovò anche in una relazione sentimentale con Pamela Digby, precedentemente nuora di Churchill, ma l’avventura amorosa non ebbe lieto fine.

Nel ’52 ebbe un grave incidente d’auto che compromette le condizioni della propria gamba, ma di lí a un anno avverá un evento destinato a un lieto fine: il matrimonio con Marella Caracciolo di Catagneto, un amore durato a vita e arricchito dalla passione di entrambi per il collezionismo d’arte.

Nel ’63, esaurito e compiuto il desiderio del nonno, diventa Amministratore Delegato della Fiat e la presidenza lo aspetta di lí a tre anni. Non é una storia immacolata né spensierata quella dell’Avvocato al timone della Fiat, giá dall’inizio: dall’autunno caldo del ’69 con scioperi ed episodi di violenza (gestiti con distacco e razionalitá) alle due crisi di inizio e fine anni ’70, il comando della societá si rivela tutt’altro che una passeggiata. Ma il capitano di una nave non la abbandona fino alla fine, e cosí anche Gianni Agnelli continuò la lotta per tener su la Fiat fino a che non dovette lasciare per affrontare l’incombente tumore alla prostata, al quale però cedette, scomparendo nel 2003.

Alcune donne che lo hanno conosciuto, fra cui Anna Mucci, Marina Cicogna e Marina Branca (https://youtu.be/6SSJg30y2Gs) lo ricordano come un pazzo spericolato alla guida; lui delle donne non voleva parlare, diceva che preferiva parlare “alle donne” (https://youtu.be/R-_Y3sLOO0Y). Insomma un uomo da donne e motori, simbolo di gioventù, ma anche da raffinatezze retoriche e impegni a vita -tra matrimonio, azienda e sport-, e chi sa combinare gli opposti in maniera equilibrata, non grossolana e volgare come succede più spesso, é un uomo che sa delineare la propria vita secondo un’estetica. Lungi dall’essere un eroe o un santo, forse però Gianni Agnelli era una figura di un certo calibro rispetto a quelle che ci sono oggi, e quindi lo ricordiamo come quello che più o meno é stato per tutta la vita: giovane, nell’eleganza e nello spirito.

 Nicola Sportelli

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