Francia vs Italia. Scelta del fornitore di energia

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Perchè è più facile sceglierlo in francia che in italia?

AIGET – Associazione italiana grossisti di energia e trader- ha sempre avuto fin dalla sua fondazione nel 2000 l’obiettivo di favorire e promuovere la competitività nel mercato italiano dell’energia e rappresentare gli operatori indipendenti del settore.

Con l’avvicinarsi della liberalizzazione del mercato dell’energia, risulta sempre più fondamentale garantire agli utenti la possibilità di scegliere liberamente il proprio fornitore. AIGET ha voluto così vedere cosa succede Oltralpe nella vicina Francia durante un trasloco, in particolare in caso di attivazione di contatori luce e gas.

Grazie alla collaborazione con Selectra, società che gestisce il portale specializzato e comparatore di tariffe Luce-Gas.it, è emerso che in Francia è molto semplice cambiare il proprio fornitore di energia e gas in caso di trasloco a differenza dell’Italia…perché?

In Francia, il tasso di cambio gestore è ora del 2% a trimestre e la frequenza di switch è misurata sul totale di clienti residenziali ed è definita dal numero di clienti che hanno cambiato fornitore o hanno traslocato scegliendo un fornitore alternativo rispetto a quello del precedente inquilino.

Secondo la Commission de Régulation de l’Energie, in Francia nel trimestre aprile-giugno 2017 su un totale di 100 contratti di energia elettrica effettuati da fornitori alternativi, il 53% era costituito da switch per cambio fornitore e il 47% da traslochi.

In questo 47%, secondo le stime di Selectra, nel 15% dei casi l’elettricità è stata sospesa prevalentemente perché la casa è rimasta vuota per molto tempo senza alcun contratto di energia elettrica attivo, a volte a causa di debiti non pagati del precedente occupante. Nel 60% circa dei casi invece il precedente occupante ha annullato il contratto, ma l’elettricità è ancora attiva in casa, poiché il gestore di rete impiega diverse settimane per interrompere la fornitura di energia elettrica nonostante l’annullamento del contratto già completato. Nel 25% rimanente, il contatore è attivo con un contratto intestato al precedente inquilino.

Quello che accade in Francia è che, indipendentemente dalla situazione in cui si trova il contatore, il nuovo occupante può sottoscrivere in maniera immediata un nuovo contratto e cambiare fornitore senza rivolgersi al precedente fornitore.

Nei casi in cui il contatore (luce o gas) è regolarmente chiuso e non c’è nessun contratto di fornitura attivo, ossia il precedente inquilino ha richiesto la cessazione amministrativa dell’utenza, sia in Italia che in Francia chi sta effettuando il trasloco può liberamente scegliere il proprio fornitore di energia.

CASO A – Una differenza netta tra i due paesi si evidenzia se il contatore è attivo e eroga energia. In Italia l’inquilino entrante non può cambiare fornitore, deve prima rivolgersi al precedente fornitore e richiedere la voltura (cambio intestatario). Solo successivamente se lo desidera può cercare un nuovo fornitore.

I fornitori francesi al contrario nella maggioranza dei casi gestiscono la richiesta del nuovo inquilino consentendogli di stipulare da subito un contratto con un nuovo fornitore, senza la necessità di particolari controlli formali. In Italia, oltre a non poter gestire da subito il cambio intestatario il fornitore entrante richiede anche prova del titolo in base al quale si occupa l’immobile o autodichiarazione sostitutiva.

CASO B – Di conseguenza la regolamentazione francese differisce da quella italiana anche quando il contatore è sospeso per morosità, ossia inadempienza del precedente inquilino.

Come nel caso precedente in Francia il nuovo inquilino può sottoscrivere un contratto di fornitura di energia riattivando il contatore con il fornitore di sua scelta, senza nessun problema giuridico né operativo. Verrà chiuso il contratto in essere come avviene in una normale cessazione amministrativa e di conseguenza il precedente inquilino riceverà una fattura di chiusura, sulla base della lettura effettuata al momento della sottoscrizione del contratto da parte del nuovo inquilino.

In Italia, la situazione è ben diversa perché, come già descritto nel caso precedente, non è contemplata la possibilità di coniugare la pratica amministrativa di cambio intestatario con l’operazione commerciale di cambio fornitore: se il contatore risulta sospeso per morosità, questo significa che il contratto di fornitura è ancora in essere col vecchio fornitore e il nuovo inquilino è costretto a rivolgersi allo stesso fornitore del precedente occupante, la cui identificazione non sempre è agevole quando gli inquilini non si conoscono tra loro. Di conseguenza il nuovo occupante non può scegliere liberamente la società con cui stipulare il contratto per attivare l’utenza a suo nome. Talvolta il nuovo inquilino dovrà anche argomentare che la morosità pregressa non gli compete e ciò rende ancora più difficoltoso il trasloco, che come noto è già un momento di per sé complicato.

Tutto ciò limita la libertà di scelta del consumatore, rendendo queste procedure anche molto complicate.

Il concetto di voltura in Francia non esiste, perché a prescindere dallo stato del contatore, quello che si attua è sempre un subentro, in cui il cliente si rivolge al fornitore di sua scelta per stipulare un nuovo contratto a suo nome.

Il subentro può essere richiesto con semplicità ed efficacia su tutti i contatori, sia quelli regolarmente chiusi che quelli ancora intestati al precedente inquilino e che risultano quindi attivi o sospesi per morosità.

Perché in Italia è così complesso il passaggio di fornitore?

Evidentemente perché adoperiamo modalità di contrasto della morosità più deboli e anche gli strumenti di recupero del credito che abbiamo sono poco efficaci. Ecco perché nel settore elettrico si è arrivati a rendere complesso il cambio di intestatario di una fornitura (voltura o subentro che sia), proprio perché recuperare il credito dal precedente intestatario è talvolta impossibile.

Una recente indagine Aiget ha evidenziato che, con un’incidenza molto elevata (oltre il 70% dei rispondenti) 1 cliente su 2 non paga conguagli relativi all’energia quando sono inviati con ritardo. E l’altra metà dei clienti richiede sostanzialmente un saldo e stralcio o dilazione di pagamento. Questo è tanto più vero quando i clienti finali non sono più in fornitura perché gli strumenti di riscossione del credito nel nostro Paese sono generalmente poco efficaci su somme contenute come quelle delle bollette energetiche.

Dunque ad oggi rinunciamo ad un fenomeno che in Francia rappresenta metà del mercato libero dell’energia (i traslochi) per strumenti di riscossione del credito poco efficaci. Questo è davvero un limite del nostro mercato. Inoltre in Italia l’utente che sta effettuando il trasloco spesso non può esercitare la sua scelta di consumatore e rischia di trovarsi di fronte a un ginepraio burocratico, per cui oggi non esiste una regolamentazione semplice, pratica e soddisfacente.

“Migliori strumenti per contrastare la morosità si rivelerebbero estremamente positivi anche per gli utenti finali. Oltre a ridurre i costi per fornire energia possono essere anche l’occasione per snellire le procedure di cambio fornitore per i casi di trasloco e voltura ad esempio. La complessità attuale per queste casistiche ostacola fortemente il mercato”, sostiene Massimo Bello, presidente AIGET.

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