Credere nelle favole

Arte, Cultura & Società

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Abbiamo bisogno di credere nelle favole per affrontare con una marcia in più la realtà grigia e spesso soffocante che ci ruba energia vitale. Le favole risvegliano la nostra parte più istintiva e creativa chiamata “il fanciullino” di cui spesso e volentieri ci si dimentica. Il fanciullino è dentro di noi, non ci ha abbandonato e basta una “favola”, un’emozione intensa, un’esperienza significativa per farlo riemergere.

 Il “fanciullino” è istinto, è curiosità; è pura magia e vive “avventure da favola”. Grazie al suo risveglio possiamo vivere momenti gioiosi anche se il cielo della nostra esistenza è così grigio e minaccioso. Nelle favole ritroviamo i nostri sogni più veri. I desideri che ci fanno sussultare. Gli ideali per i quali vale la pena fare sacrifici e lottare. Come dice Bennato in una sua nota canzone: “ogni favola è un gioco…ed è vera soltanto a metà”, la favola è una miscela tra Sogno e realtà, ci fa vivere in una dimensione inedita di sospensione spesso conducendoci verso mondi paralleli e vitali di cui ignoriamo l’esistenza. Grazie a questi mondi vitali l’immaginazione trova “terreno fertile” per cibare la nostra curiosità.

La favola ci fa andare oltre noi stessi e l’ignoto e spesso ciò spaventa la gente comune. Quando si diventa adulti l’immaginazione della gente comune si affievolisce. Si diventa noiosi, ci si lascia sopraffare dalle responsabilità, dal senso del dovere e dagli obblighi e si conducono vite spente, aride e insoddisfatte. L’immaginazione va allenata e coltivata grazie alle passioni e alle favole. Bisognerebbe trovare un punto di equilibrio tra il proprio sé razionale e quello istintivo.

Gli artisti invece hanno una marcia in più; sono dei “visionari” e si cibano di favole per poter creare ed essere se stessi in maniera autentica e di valore. Se non credessero alle favole non sarebbero degli artisti perché l’ispirazione si annullerebbe e loro non avrebbero senso d’esistere. Le favole mantengono giovane l’animo umano e cambiano la prospettiva con cui si guarda la vita. Tutto si fa più variegato e sfumato e ciò che interessa davvero è cogliere l’essenza delle cose che si vedono e che risiede in tutto ciò che non è visibile. Bisogna scavare e ricercare, calarsi in un “mondo fiabesco” per trovare ciò che si cerca, per brillare di Luce nuova e abbracciare la Verità.

Mariangela Cutrone

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