Si chiude il mercato di gennaio del Bari senza particolari sussulti

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                                                                                  Foto ITA Sport Press

Senza alcun botto si chiude il mercato di gennaio del Bari che, di primo acchito, non fa impazzire i tifosi dal momento che si è badato a reclutare giocatori più o meno “anonimi” provenienti da squadre di seconda e terza fascia. Non è stata “rivoluzione” come altri anni, ma un mercato oculato e si spera preciso volto ad individuare i tasselli mancanti alla rosa di Grosso anche se, a naso, qualcosa in più c’era da attenderselo, sia in entrata che in uscita.

Dunque riepilogando il Bari si è assicurato le prestazioni sportive del centrocampista Henderson Liam, acquistato dal Celtic F.C. Dopo un periodo di prova al San Nicola, quelle di Balkovec Jure, terzino sinistro acquistato da una squadra slovena, quelle di Oikonomou Mario, dal Bologna via Spal, difensore centrale che ha già esordito con l’Empoli e che fu protagonista della promozione in A col Bologna tre anni fa, Empereur Alan, difensore centrale acquistato dal Foggia, e quelle di Andrada Federico, attaccante dal curriculum non esaltante, acquistato dall’Atletico River Plate. Per contro ha ceduto gli stessi diritti sportivi di Scalera Giuseppe, in prestito alla Fidelis Andria, quelle di Greco e di Tonucci al Foggia, di Martinho all’Ascoli e quelle di Capradossi che ritorna a casa sua, la Roma, dal prestito barese. Rimangono, dunque, a Bari i vari Cassani, Salzano, Floro Flores, il chiacchierato Anderson e Morleo, mentre l’ipotesi Memushaj che fino a stamattina sembrava più che una certezza, rimane tale, al pari del trasferimento di Anderson alla Sampdoria. Dicasi la stessa cosa per Galano che, per fortuna, rimane a Bari.

I tifosi si chiedono se serviranno, i neo acquisti, alla causa “promozione” o “playoff”. Solo il tempo ed il campo potranno dirlo. Di certo, pur constatando che si è evitata l’ennesima, inutile, dannosa rivoluzione, il timore è che lo spessore dei neo arrivi non sia, poi, così enorme. Ma il calcio ci ha abituati a smentire ogni considerazione.

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