Perché tutti parlano del gioiello per le cosce

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Chi ha uno spazio ravvicinatissimo, chi distanze siderali: un bijoux molto polemico indaga il corpo delle donne.

di Manuela Ravasio

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Donne che amano il proprio corpo. Oppure: donne che non vogliono nasconderla. Titolate questa storia come desiderate. Del resto, da nascondere non vi è proprio nulla vista la continua ossessione vagina centrica di moda, design, bellezza. Iniziata nel 2015 e in piena vitalità ancora a 2016 inoltrato. Così non c’è da stupirsi che il nuovo gioiello must have sia la cintura da coscia per sottolineare (anche) la silhouette della vagina. Facile provocazione a un prezzo accessibile ideata dal brand di Singapore TGAP? No: una più attenta osservazione di questo gioiello – che ha tutta la struttura di un imbrago da arrampicata ma è molto, molto, più sottile – fa riflettere su un altro argomento femminile che anche Mattel ha rimesso in discussione: le taglie delle donne vere.

Se ai calendari ci siamo felicemente abituati (e sono sempre più belli), se ai modelli maschi plus size dobbiamo ancora farci l’occhio (e wow, che occhio), alle Barbie dalle taglie normali (che poi la parola “normale” porta con sé altrettante ghettizzazioni) ai gioielli non pensavamo potesse corrispondere una taglia o una necessità di taglia (ditelo a tutti gli uomini in coda nella nuova boutique di Tiffany a Venezia). Invece, il divario tra le cosce, lo spazio che si viene a creare tra le gambe delle donne, è ancora un tabù  che forse solo il pantalone a vita altaha potuto nascondere (ma neanche troppo).

Ecco il perché del primo gioiello per il divario tra le cosce, disegnato da Soo Kyung Bae: più si allunga la catenella tra coscia e coscia e più siamo magre? Più è vicina e più siamo grasse? Essere sane è avere un grande spazio da coscia a coscia e farlo vedere, mentre essere troppo grasse significa sentire sfregare coscia contro coscia a ogni passo? No: si tratta di una struttura ossea. Prima di tutto. Ma, ma, se qualcuno prova ad acquistarne uno per vedere-l’effetto-che-fa  si troverà con il carrello vuoto. Sold out? No, finto sito di gioielli per finto problema femminile. Questo è il trucco di Soo Kyung Bae per distruggere il cliché sulla bellezza mondiale (asiatica quanto europea) partendo da un oggetto bellissimo e futile. Un po’ come fu la creazione di gioielli applicabili ai vestiti che riproducevano macchie di ciclo mestruale (e fu una gara di insulti liberi sul problema cliché per eccellenza). L’hashtag #thighgaps è volato facilmente in vetta ai più usati dalle donne per parlare di donne, la delicatezza del gioiello in posizioni molto intime ha immediatamente ricopiato il trend dei gioielli assurdi-couture di Givenchy quanto dell’assoluto eros del pube (curato ad hoc con oli per peli pubici). Libertà delle donne di ironizzare sul corpo delle donne: ecco forse questa storia potremmo titolarla così. Donne gambe aperte, a chi?

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marieclaire.it

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