Russiagate: incriminati 13 russi, anche ‘chef di Putin’

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Svolta nel Russiagate: incriminati 13 cittadini russi e 3 entita’ legate a Mosca, che avrebbero interferito sulle ultime presidenziali Usa; c’e’ anche lo ‘chef di Putin’.
C’e’ anche Ievgheni Prigozhin, noto come lo ‘chef di Putin’, fra i 13 cittadini russi e le tre entita’ legate a Mosca incriminati dal procuratore speciale Robert Mueller nell’ultima svolta sul cosiddetto Russiagate. Lo scrivono i media Usa. In particolare a Prigozhin viene imputato di aver finanziato la societa’ tecnologica russa ‘Internet Research Agency’ (Ira) di San Pietroburgo, accusata di aver usato i social media per diffondere fake news nelle elezioni americane. Dopo aver speso negli anni Ottanta nove anni in prigione per frode e rapina, Prigozhin si e’ lanciato nel settore del catering e della ristorazione fino ad organizzare le feste di compleanno di Putin e le cene dei suoi ospiti, da George W Bush a Jaques Chirac. In seguito ha vinto contratti redditizi per le scuole e le forze armate russe. E’ stato sanzionato dal tesoro americano per il suo sostegno fInanziario all’occupazione militare russa dell’Ucraina.
Quello di venerdì è stato il quinto rinvio a giudizio per cittadini o società russe accusate di aver influenzato le elezioni presidenziali americane del 2016. Tuttavia si tratta del primo da parte del procuratore speciale Robert Mueller, che dal maggio del 2017 sta indagando sul Russiagate e sulle possibili connessioni tra il Cremlino e alcuni membri del comitato elettorale di Donald Trump. Nel documento con il quale Mueller annuncia il rinvio a giudizio da parte di un gran giurì federale di 13 cittadini russi e tre società ci sono dettagli molto rilevanti, anche se nessuno per ora è stato arrestato. Intanto tra le tre società accusate c’è la Internet Research Agency, già nota fabbrica di troll con sede a San Pietroburgo, in Russia. È controllata da Yevgeny Progozhin, che è un ricco imprenditore molto vicino al presidente russo, Vladimir Putin. Secondo Mueller, Internet Research Agency ha condotto una “guerra informatica” contro gli Stati Uniti per “seminare la discordia” all’interno della politica americana.

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