I morti della miniera di Arsia, una tragedia più che annunciata

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Il 28 febbraio del 1940 un’esplosione provocò 185 vittime e circa 150 intossicati. da venerdì tre giorni di incontri tra Trieste e Albona per commemorare una storia dimenticata

L’ingresso della miniera di Arsia

Alle 4.35 di mercoledì 28 febbraio 1940, ai livelli 15, 16, 17 e 18 della miniera dell’Arsa, in Istria, ci fu uno scoppio che causò un’ondata esplosiva che percorse cantieri e gallerie alimentandosi dove fu possibile attraverso la combustione della polvere di carbone e mutandosi successivamente in aria compressa e quindi in fumo e ossido di carbonio. In quel momento, alla fine del turno di notte, in miniera si trovavano centinaia e centinaia di uomini; i morti alla fine furono 185, gli intossicati circa 150: cittadini italiani di nazionalità italiana, croata e slovena. Si trattò di uno dei più gravi disastri della storia mineraria mondiale e probabilmente del più grave infortunio collettivo della storia d’Italia.

Dopo le sanzioni ai danni dell’Italia per l’aggressione all’Etiopia e la svolta economica autarchica decisa da Mussolini, le miniere di lignite dell’Arsa erano diventate strategiche. Furono pertanto sottoposto a uno sfruttamento intensivo al punto che la produzione raggiunse in breve tempo il milione di tonnellate di carbone all’anno e la forza lavoro i 7.000 addetti. Nella valle del torrente Carpano venne edificata la città mineraria di Arsia (oggi Raša), alla cui “fondazione” fu presente Mussolini, che pose la prima pietra per la Casa del fascio e scese in miniera cimentandosi nel lavoro del minatore. A fare le spese di una produzione febbrile e incosciente fu la sicurezza dei lavoratori. Infatti, già prima del disastro del 28 febbraio, ci furono altri incidenti collettivi, di cui due particolarmente gravi nel 1937 e 1939 che causarono, rispettivamente, la morte di 13 e 7 operai.

Il 75° anniversario della catastrofe, attraverso un programma che si snoda tra Trieste e Albona, è l’occasione per commemorare i caduti e contribuire a dare la notorietà che merita a un fatto tanto grave quanto poco conosciuto. Le manifestazioni sono organizzate da Comune di Trieste, Circolo Istria, Irci, Comunità degli italiani di Albona in collaborazione con i Comuni di Albona e di Arsia, e con la partecipazione della Serenade Ensemble. Ed ecco il programma: si parte venerdì, alle 15 all’auditorium del Revoltella, con una giornata di studi. Si parlerà della fondazione di Arsia, e verranno proiettato i cinegiornali Luce dedicati alla cittadina, oltre a spezzoni di interviste. Sabato, invece, ci si sposta ad Albona dove – alle 11.30 – alla sala cinematografica – dieci musicisti e due voci narranti, coadiuvati da proiezioni di immagini fisse e in movimento, ne racconteranno il disastro. Un testo inedito, scritto per l’occasione da Francesco Fait, che è frutto esclusivamente dell’assemblaggio di fonti storiche e documentarie. Lettura scenica che verrà replicata domenica alle 17, al Revoltella.

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