Occhio alla scuola della musica

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Di

Alida VALLI (Senso di L. Visconti)

. Il trovatore si cerca, ma non si trova

di Pierfranco Moliterni

E’ proprio di queste ore l’avvìo di una “polemicuccia”  (via social) nata tra chi vi scrive e l’ufficio-scuola, uff.stampa della Fondazione Petruzzelli. Si badi bene, una polemica a fin di bene, e cioè tutta rivolta al possibile miglioramento della utenza giovanile verso gli spettacoli lirici che si tengono nel bel teatro dei fratelloni Onofrio e Antonio, inaugurato, come si sa, nel 1903 (giorno di san Valentino) con un’opera di Meyerbeer difficile, moderna per quei tempi, che rispondeva al nome de Gli Ugonotti.

Tanto tempo è passato, tante vicende sono trascorse nella vita italiana e quindi nella musica del nostro BelPaese e perciò risulta inutile pure alludere a tutto ciò. Ci preme invece tornare all’oggi e scrivere proprio in quanto operatore di lungo corso del settore, nonché come prof. universitario (guarda un po’ il caso) anche di Metodologìa della Educazione Musicale, circa l’avvenimento, diffuso dall’uff. stampa, con immagini-social della massiccia presenza di scolari alla prova generale de IL TROVATORE di Verdi in scena al Petruzzelli in questi giorni. Una lunga fila in corso Cavour, foto scattate dai giovani dell’interno del teatro e delle scene sul suo palcoscenico: una grande soddisfazione, non c’è che dire, per i lavoratori stessi del Petruzzelli e un po’ anche per noi che, finalmente, rivediamo il teatro ‘assediato’ da giovani frotte di scolaresche.

Ma il punctum dolens non è qui. E noi che siamo e ci sentiamo degli inguaribili ‘criticoni’ che non si accontentano mai e guardano costruttivamente in avanti, sempre, abbiamo sollevato una questione non di poco conto, e cioè: cosa hanno capito, introiettato nella loro testolina, ovvero fermato nella loro memoria uditiva (prima che visiva), ovvero bloccato nel loro stato emotivo ed emozionale della complessa e un po’ disordinata storia narrata in musica da Verdi che parla di Manrico, Azucena, Leonora? Non lo sappiamo e lo possiamo solamente arguire da quello che l’Ufficio-Scuola del Petruzzelli ha fatto (o non ha fatto) proprio per rendere ‘fruibile’ il complesso messaggio artistico che sta sotto questa come in altre opere liriche. Il problema che resta in piedi, a nostro immodesto dire, è solamente uno e lo sottoponiamo alla attenzione di tutti e  pertanto ci chiediamo: i ragazzi, gli adolescenti e non, delle scuole ammesse allo ‘show’ mattutino di questa edizione del TROVATORE, sono stati adeguatamente preparati e cioè introdotti alla complessità di un linguaggio musicale che sta lontano anni luce da ciò che loro consumano quotidianamente, e a iosa? Cosa essi sanno del rapporto tra storia inventata da Cammarano il librettista e humus storico-culturale in cui Giuseppe VERDI ideò l’opera, e cioè del rapporto tra la Storia italiana del 1853 (anno dell’opera) e trasformazione artistica susseguente? Faccio qui un solo esempio, un Grande esempio, che i cari e giovani addetti  dell’uff. scuola sopradetto forse ignorano.

Una scena, la scena iniziale del film SENSO di Luchino Visconti è all’interno del teatro La Fenice di Venezia. Si sta dando Il Trovatore e il teatro è stracolmo di spettatori; in platea biancheggiano le divise degli ufficiali austriaci (Venezia era ancora in mano all’impero austroungarico). In scena arriva Manrico il tenore e esplode nel suo canto di rivolta e di riscatto libertario: Di quella pira l’orrendo foco… All’armi, all’armi! con un do di petto sovracuto, difficile e trascinante. E’ il segnale convenuto perché tutto il teatro venga inondato dai manifestini inneggianti la libertà, la libertà dal giogo straniero. Il tenore canta, mentre Alida Valli, bellissima, e Massimo Girotti, affascinante, incitano anche loro alla ribellione! Potente, sublime la musica verdiana.

Non so cosa hanno fatto dunque i giovani di belle speranza dell’uff. scuola petruzzelliano, e speriamo che non abbiano solamente (e pure meritoriamente) inviato comunicati-invito a destra e a manca nelle scuole di casa nostra. Il lavoro da fare resta tutto ancora…da fare, e pensiamo al coinvolgimento fattivo, sapiente, innanzi tutto dei singoli professori delle scuole invitate ad assistere allo spettacolo lirico. Solo così si otterranno risultati proiettati nel futuro. Solo così si raggiungerà l’obiettivo del ricambio generazionale del pubblico e nel teatro Petruzzelli,  perché i proff., i quali lavorano giornalmente nelle loro aule, toccano con mano il livello di formazione  e possono per lo meno sensibilizzare per tempo su cosa starà per accadere nello spettacolo musicale che tale è, e tale deve restare. Quelli di loro che sono più sensibili e attenti, magari svolgeranno un compito preziosissimo che va ben oltre l’avvenimento, lo show mordi e fuggi. Allora, cari signori, ricostruiamo la IDENTITA’ culturale musicale italiana, magari partendo anche dalle note del TROVATORE del nostro beneamato Petruzzelli.

Pierfranco Moliterni               

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