Il futuro

Politica

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Tutto ciò che non è ancora capitato, rappresenta il “futuro”. Quindi, un insieme di fattori che, messi nelle condizioni appropriate, possono modificare lo stato degli eventi. In positivo o in negativo.

La “fatalità” non è un’integrante del “futuro”. Può però, esserne un risultato non prevedibile e, pertanto, non gestibile se non a priori. Quello che capita da noi sembra proprio essere generato dalla“fatalità”. Proprio per quel “futuro” che avevamo salutato, con diversi sentimenti, all’alba del nuovo secolo.

All’inizio di questo diciottesimo anno de Nuovo Millennio, si sono verificate premesse che hanno favorito l’evoluzione di condizioni che una politica incerta ha accelerato. Lo avevamo già scritto: chi dimentica il “passato”, condiziona il “futuro”. Che è un bene di tutti. Come, in effetti, sta accadendo.

E’ impossibile, evitare di vincolare il “futuro”. Come? Verificando l’evoluzione del presente. Che, per l’appunto, è il “ponte” che collega l’ieri al domani.

Sembra banale, ma la realtà rimane questa. Se fossimo nelle condizioni di gestire meglio il ”presente”, anche il nostro “futuro” potrebbe essere meno ipotetico. Soprattutto quello politico.

Stesse riflessioni, a maggior ragione, dovrebbero essere adottate dai nostri politici che, dopo i risultati elettorali del 4 marzo, non dovrebbero più barcamenarsi nel limbo dei progetti che, guarda caso, potrebbero condizionare nuovamente il “futuro” del Paese. Meno, verosimilmente, il loro.

Per questa serie di riflessioni, seguiteremo a essere attenti osservatori degli eventi che potrebbero modificare le condizioni politiche del Paese e, di conseguenza, anche il nostro futuro.

Giorgio Brignola

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