Carceri. il Consiglio dei Ministri dà il via libera alla riforma

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Varata oggi una parte dell’attesa riforma dell’ordinamento penitenziario, inserita nella Legge Delega con cui il 14 giugno dello scorso anno il Parlamento ha affidato al governo il compito di ridisegnare il profilo dell’esecuzione penale italiana. Orlando: “Non c’e’ nessun ‘salva ladri’. E non c’e’ nessuno ‘svuota carceri’”

Più misure alternative, Carceri meno affollate e riduzione del tasso di recidiva. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della giustizia Andrea Orlando, ha approvato, in secondo esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione della legge sulla riforma della giustizia penale (legge 23 giugno 2017, n. 103), introduce disposizioni volte a riformare l’ordinamento penitenziario. Il provvedimento ha principalmente l’obiettivo di rendere più attuale l’ordinamento penitenziario previsto dalla riforma del 1975, per adeguarlo ai successivi orientamenti della giurisprudenza di Corte Costituzionale, Corte di Cassazione e Corti europee, e mira, in particolare, a ridurre il ricorso al carcere in favore di soluzioni che, senza indebolire la sicurezza della collettività, riportino al centro del sistema la finalità rieducativa della pena indicata dall’art. 27 della Costituzione; razionalizzare le attività degli uffici preposti alla gestione del settore penitenziario, restituendo efficienza al sistema, riducendo i tempi procedimentali e risparmiando sui costi. Al centro del provvedimento, inoltre, diminuire il sovraffollamento, sia assegnando formalmente la priorità del sistema penitenziario italiano alle misure alternative al carcere, sia potenziando il trattamento del detenuto e il suo reinserimento sociale in modo da arginare il fenomeno della recidiva; valorizzare il ruolo della Polizia Penitenziaria, ampliando lo spettro delle sue competenze.

Il decreto è suddiviso in 6 parti, corrispondenti ad altrettanti capi, dedicate alla riforma dell’assistenza sanitaria, alla semplificazione dei procedimenti, all’eliminazione di automatismi e preclusioni nel trattamento penitenziario, alle misure alternative, al volontariato e alla vita penitenziaria. Il testo ha ottenuto il parere favorevole della Conferenza unificata e tiene conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari.

Bene la mossa del governo uscente di varare una parte dell’attesa riforma del sistema penitenziario nel Consiglio dei ministri di oggi, ma prima di cantare vittoria occorre – attendere: l’iter legislativo non e’ ancora completo e potrebbe trovare un Parlamento diverso da quello della scorsa legislatura. E’ un’esultanza a denti stretti, quindi, quella del mondo delle associazioni alla notizia del via libera alla riforma penitenziaria. “E’ sicuramente una buona notizia – spiega Patrizio Gonnella, presidente di Antigone -. E’ un passo in avanti su temi delicati come la salute psichica, l’accesso alle misure alternative, la vita interna alle carceri, i rapporti con l’esterno, il sistema disciplinare. Purtroppo alcune norme essenziali sono rimaste al palo, come quelle sui minori o sulla sessualita’”. A preoccupare, pero’, e’ soprattutto quello che accadra’ da oggi in poi. Il testo dovra’ tornare necessariamente alle Camere per poter procedere e c’e’ il rischio reale che a doversi esprimere siano i nuovi parlamentari eletti lo scorso 4 marzo che colorano in modo diverso l’arco parlamentare rispetto alla 17ma legislatura. “Dunque c’e’ ancora da fare pressione e da non allentare la tensione – spiega Gonnella – poiche’, in questa fase post-elettorale, i tempi potrebbero dilatarsi e la delega decadere. C’e’ infatti tempo fino ad inizio luglio per approvarla”. A chi in queste ore ha parlato di norma salva-ladri, Gonnella risponde che “non ci saranno cambiamenti radicali. Chi urla parlando di svuota-carceri e’ in malafede, perche’ non e’ vero, non si svuota proprio nulla. Chi parla di 41-bis svuotato dice il falso. Il 41-bis non c’entra proprio nulla e non e’ stato minimamente toccato. E’ una riforma – conclude Gonnella – che interviene solo su alcuni aspetti della vita detentiva. Si poteva fare di piu’, ma e’ un passo in avanti. Sempre che gli ultimi passaggi legislativi siano portati a termine a breve”.

Una volta al governo, il centrodestra cancellera’ il decreto di riforma del sistema penitenziario approvato oggi dal consiglio dei ministri. Lo ha detto il segretario della Lega e candidato premier Matteo Salvini: “Vergogna, un governo bocciato dagli italiani approva l’ennesimo salva ladri. Appena al governo cancelleremo questa follia nel nome della certezza della pena: chi sbaglia paga!”

“Per la serie ‘in cauda venenum’ un Governo provvisorio, un Governo formato da esponenti di partiti usciti bocciati e travolti dal voto degli italiani, vara un pacchetto di misure alternative al regime detentivo, aprendo le celle ai delinquenti con l’ennesimo ‘svuota carceri’ camuffato con i soliti tecnicismi. Non esiste e appena saremo al Governo cancelleremo queste assurde norme che premiano sempre chi delinque a discapito della certezza della pena e della sicurezza di ognuno di noi”. Lo afferma Roberto Calderoli, senatore della Lega.

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